AGI – “Dalla nostra bocca non è mai uscita la parola ‘vendetta’, ma ‘giustizia”: Graziella Accetta, madre di Claudio Domino, torna a chiederla per il proprio figlio, ucciso quando aveva solo 11 anni nel quartiere di san Lorenzo a Palermo. Un uomo a bordo di una moto gli sparò il 7 ottobre 1986 mirando alla testa e lo uccise sul colpo, mentre il bambino passeggiava con un amichetto. Cosa Nostra si dissociò ufficialmente da quell’omicidio, ma negli anni non è andata dissolta l’ipotesi che fa rientrare Claudio Domino tra i 109 bambini vittime innocenti di mafia.
“Fu uno dei delitti più atroci e ancora oggi insoluti“, ha detto il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, intervenendo all’iniziativa in memoria di Claudio insieme alla deputata Roberta Schillaci.
“Nessuna verità – ha aggiunto – è stata accertata e nessuna attività investigativa ha portato alla luce le ragioni di quell’omicidio. La sua uccisione ha provocato una reazione forte, segnando un momento drammatico per la città, nella cui memoria Claudio è rimasto ancora un bambino, 38 anni dopo. La commissione regionale Antimafia all’Ars, dopo aver audito i genitori di Claudio, proverà a riaccendere le luci su questo delitto, affinché giustizia venga fatta. Il grido di verità portato avanti dai genitori è il nostro grido di verità”.
“Un omicidio efferato, fra tanti altri – ha sottolineato Marco Intravaia, componente della Commissione Regionale Antimafia – che svela il vero volto dalla criminalità organizzata, senza onore e nemmeno pietà. La vicenda giudiziaria è tutta da chiarire e i familiari attendono ancora la verità. Tante vittorie sono state messe a segno dallo Stato negli ultimi anni, ma ancora c’è molto da combattere e tante risposte da dare alle famiglie delle vittime innocenti. La memoria è un valore da preservare affinché le nuove generazioni imparino ad apprezzare e vivere secondo i valori della legalità e della trasparenza”.