AGI – A Locri, in Calabria, due fratelli sono accusati di aver ucciso il padre l’11 gennaio scorso e di averne occultato il cadavere. Durante una discussione accesa tra i tre, nata da dissidi familiari di lunga data, il maggiore dei fratelli avrebbe esploso alcuni colpi di pistola calibro 38 contro il genitore, uccidendolo sul colpo. Subito dopo, i due avrebbero provveduto a nascondere il corpo in un locale interrato dell’abitazione e a far sparire l’arma del delitto. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Locri e dalla Procura della Repubblica per i Minorenni di Reggio Calabria, supportate da sistemi di videosorveglianza e dalle dichiarazioni del figlio maggiore, hanno permesso di ricostruire l’accaduto.
Sin dalle prime fasi, l’attività investigativa si è rivelata complessa. La scena del crimine presentava elementi anomali che hanno insospettito gli inquirenti fin dal primo intervento. Il ritardo nella richiesta di soccorso – avvenuta solo il giorno successivo al delitto – ha rappresentato un primo campanello d’allarme, portando a un accurato sopralluogo da parte dei Carabinieri presso l’abitazione della vittima.
Le indagini
Si sono avvalse di strumenti tecnologici, tra cui l’analisi dei sistemi di videosorveglianza presenti sul territorio, che hanno contribuito in modo determinante a chiarire parte della dinamica dei fatti. Le stesse sono state integrate dalle dichiarazioni rese dal figlio maggiore, che si e’ presentato spontaneamente in caserma accompagnato dai suoi legali. Durante l’interrogatorio, il giovane ha anche indicato il luogo si erano disfatti dell’arma del delitto. Il rinvenimento dell’arma e dell’autovettura della vittima, ottenuto grazie a ricerche serrate e metodiche, ha consolidato il quadro accusatorio e consentito di avviare accertamenti balistici e tecnici che saranno fondamentali per ricostruire con precisione gli eventi.L’arma del delitto, una pistola a tamburo calabro 38 priva di matricola, è stata trovata in un’area isolata del comune di Ardore all’interno di un sacco contenente anche bossoli e munizioni, tutte dello stesso calibro.
Questi materiali, sono stati sequestrati per le necessarie analisi tecniche. Inoltre, il 18 gennaio, e’ stata recuperata l’autovettura del padre, nascosta in una zona remota di Bovalino. Entrambi i ritrovamenti sono stati sottoposti ad accertamenti approfonditi da parte del personale specializzato della SIS del Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria e del RIS di Messina, al fine di raccogliere ulteriori elementi probatori.Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Locri e dalla Procura per i Minori di Reggio Calabria, mirano a delineare ogni dettaglio di questa vicenda drammatica e a verificare eventuali responsabilità di terzi. Gli investigatori stanno esaminando con attenzione i rapporti familiari e i contesti personali dei coinvolti per ricostruire il movente e le dinamiche che hanno portato al tragico epilogo.