Airbnb dallo scorso primo marzo si occupa della riscossione e del pagamento delle tasse di soggiorno a Milano, grazie a un accordo siglato con il Comune. Milano diventa così la più grande città d’Italia ad aver sottoscritto un accordo con il portale: in base alle stime del Comune – si legge in una nota di Airbnb – è previsto un ulteriore incasso dalla tassa di soggiorno di tre milioni di euro.
Per Alessandro Tommasi, Public policy manager di Airbnb Italia, l’accordo “è il risultato di un percorso di confronto e di dialogo con l’amministrazione locale, che dobbiamo ringraziare. Milano ha sempre manifestato grande attenzione sia verso l’innovazione, sia rispetto alle tematiche dell’home sharing, e questa firma ne è la conferma”. “In questo modo – afferma l’assessore al Bilancio e al Demanio Roberto Tasca – con la preziosa collaborazione della piattaforma Airbnb, il Comune può contare sulle quote delle imposte dovute. Un passo in avanti che punta a dotare di strumenti di certificazione certi un settore in rapida espansione anche nella città di Milano che, proprio per la sua affermazione, porta con sé rischi di evasione fiscale”.
L’accordo prevede che i prezzi degli alloggi reperibili su Airbnb
siano già comprensivi dell’imposta di soggiorno e che questa venga versata direttamente alle casse comunali con cadenza trimestrale. A Milano sono circa 16mila gli annunci su Airbnb, che negli ultimi mesi – secondo i dati del portale – hanno ospitato 600mila persone, con una crescita del 34 per cento e una durata media del soggiorno di 3,3 notti. Sempre nell’ultimo anno, l’host tipico milanese ha condiviso la propria casa per 35 notti, con un ricavo di circa duemila euro.