AGI – Il colosso dei contenitori per alimenti Tupperware potrebbe scomparire. In difficoltà da anni, la multinazionale americana produttrice dei celebri contenitori di plastica per il cibo che sono ormai parte della vita quotidiana di molti, ha annunciato di aver avviato una procedura fallimentare. “Per diversi anni, la situazione finanziaria della società è stata gravemente colpita da un difficile contesto macroeconomico”, ha affermato Laurie Ann Goldman, ceo dell’azienda che ha presentato istanza di protezione ai sensi del Capitolo 11, la legge americana sui fallimenti. “Abbiamo quindi esplorato diverse opzioni strategiche e considerato” che assoggettarsi alla legge sulla tutela dai fallimenti fosse “il risultato migliore”, perchè avrebbe dovuto “fornirci la flessibilità essenziale” per la trasformazione digitale e tecnologica della nostra società, spiega l’amministratore delegato negli atti della procedura fallimentare.
Il gruppo con sede a Orlando, in Florida, ha dichiarato di voler continuare a lavorare durante la procedura e intende seguitare a pagare dipendenti e fornitori, precisa inoltre la Goldman. Nei documenti depositati alla Corte fallimentare del Deleware, Tupperware stima i suoi beni (attività) tra 500 milioni e un miliardo di dollari e le passività (capitale e debiti) tra uno e dieci miliardi. Elenca inoltre tra 50.000 e 100.000 creditori.
Ieri, a Wall Street il titolo è stato sospeso. A metà agosto, il gruppo ha spiegato che stava ancora “affrontando notevoli problemi di liquidità” e aveva “dubbi sulla propria capacità di continuare la propria attività”. Da sempre sinonimo di conservazione degli alimenti, il marchio Tupperware, icona internazionale al punto che il nome viene usato per riferirsi a un qualsiasi contenitore di plastica, è gravata da anni da debiti per diverse centinaia di milioni di dollari e ha dovuto ristrutturare i propri impegni finanziari per la prima volta nel 2020.
Il gruppo non pubblica i conti dal 2022, anno in cui il fatturato è sceso a 1,3 miliardi di dollari, ovvero il 42% in meno rispetto a cinque anni prima. Le radici dell’azienda risalgono al 1946, quando il chimico Earl Tupper “ebbe una scintilla di ispirazione mentre creava stampi in una fabbrica di materie plastiche subito dopo la Grande Depressione”, si legge sul sito web di Tupperware. “Se fosse riuscito a progettare una chiusura ermetica per contenitori di plastica, come quelli di una lattina di vernice, avrebbe potuto aiutare le famiglie stanche della guerra a risparmiare denaro sui costosi sprechi alimentari”.
Nel corso del tempo, i contenitori di plastica ermeticamente sigillati di Tupper sono diventati anche associati ai “Tupperware Party”, dove gli amici si riunivano in casa con cibo e bevande mentre un rappresentante dell’azienda mostrava gli articoli. Nel 2017 l’azienda contava ancora oltre tre milioni di questi ‘ambasciatori’ in tutto il mondo.