Parte da oggi a Roma il progetto Proton4Life. Un investimento da 120 milioni per la creazione del primo polo per la cura dei tumori grazie alla protonterapia, inserita nei nuovi Livelli essenziali di assistenza, di cui potranno beneficiare non solo i pazienti del Lazio, ma anche del Centro e Sud Italia e destinato a diventare punto di riferimento per la cura dei tumori in tutto il bacino del Mediterraneo. Lo annuncia una nota del Policlinico Universitario Gemelli, Universit del Sacro Cuore di Roma.
Collaborazione tra pubblico e privato
Promosso e sostenuto dalla Regione Lazio – si legge nella nota – il centro Proton4Life, innovativo e ambizioso progetto di trattamento oncologico all’avanguardia, vede l’unione di tre eccellenze italiane in ambito scientifico e sanitario come l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (Ire) e la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli. un primo esempio di virtuosa collaborazione tra pubblico e privato, che andr ad arricchire il mosaico della nuova sanit della Regione Lazio e che coniuga alta qualit assistenziale, innovazione tecnologica, ricerca clinica e appropriatezza delle prestazioni.
Nel 2020 andr in funzione il primo impianto al Gemelli e partiranno i primi trattamenti; poi l’avvio delle opere per altri due impianti all’Ire che si concluderanno entro fine 2024. Nel 2025 Proton4life sar completamente realizzato e operativo. Il trattamento, proprio per la sua precisione, indicato per i tumori vicini a organi vitali o in aree particolarmente sensibili alla tossicit dei raggi fotonici e nelle cure pediatriche. Nel mondo sono pi di 60 (soprattutto in Giappone, Usa, Germania e Francia) i centri gi operativi. Altri 43 sono in costruzione e ulteriori 23 sono in fase di pianificazione.
Protonterapia e trattamento dei tumori
La protonterapia una tecnica oncologica radioterapica di precisione che consente di effettuare trattamenti pi efficaci e meno tossici sui tumori complessi che ad oggi non si possono trattare con le tecnologie convenzionali. Grazie alle propriet fisiche dei protoni, la protonterapia permette, rispetto alla radioterapia convenzionale con fotoni, di rilasciare la dose con estrema precisione sul tessuto tumorale e, conseguentemente, di irradiare il tumore con dose pi elevata, riducendo l’esposizione e quindi i danni radio indotti sui tessuti normali. Tali caratteristiche determinano una pi elevata percentuale di sopravvivenza nel lungo periodo per i pazienti. Il trattamento radiante viene utilizzato per curare diverse patologie, in particolare fortemente indicata per il trattamento dei tumori situati vicino ad organi vitali o in aree particolarmente sensibili alla tossicit dei raggi fotonici, come quelli del cervello o della spina dorsale, oppure tumori a geometria complessa, come quelli del distretto testa-collo, o ancora tutti i tumori che sviluppano radioresistenza, cio non rispondono pi alla radioterapia, ma soprattutto nelle neoplasie pediatriche. Tutti casi che non hanno attualmente altre opzioni di cura.
I protoni, particelle molto pi pesanti dei fotoni, sono accelerati tramite un’apparecchiatura chiamata ciclotrone, fino ad una velocit pari a circa met della velocit della luce. Quindi concentrati in fasci, trasportati e rilasciati con estrema precisione sulla sede del tumore da una testata isocentrica rotante (chiamato gantry). L’accelerazione dota i protoni di un’energia che raggiunge i 230 MeV (Mega Electron Volts), rispetto ai 30 MeV della fotonterapia, e che permette di colpire dall’esterno i tessuti tumorali che si trovano fino a 30 cm di profondit all’interno del corpo.
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