Sui dazi continua a regnare il caos. Donald Trump sembrava voler utilizzare il pugno duro contro gli importatori stranieri, ma le sue certezze stanno cominciando a vacillare. Il tycoon potrebbe procedere all’ennesima inversione a U sui dazi, stavolta sul 25% stabilito sulla filiera delle auto. Confrontandosi con la stampa, l’inquilino della Casa Bianca ha suggerito di esentare temporaneamente le case automobilistiche dalle tariffe per garantire un periodo di tempo allo scopo di adattare le proprie catene di approvvigionamento.
“Sto valutando una soluzione che possa aiutare alcune case automobilistiche in questo senso“, ha affermato Trump, analizzando le tempistiche sul trasferimento della produzione da Canada, Messico e altri Paesi stranieri. “Hanno bisogno di un po’ di tempo perché produrranno i loro prodotti qui, ma hanno bisogno di un po’ di tempo. Quindi sto parlando di cose del genere“, ha annunciato Trump. La reazione di diversi top brand europei è stata estrema. Audi, ad esempio, ha deciso di fermare le nuove auto nei porti americani in attesa di sviluppi sulle tariffe.
Retromarcia temporanea sui dazi
Matt Blunt, Presidente dell’American Automotive Policy Council, un’associazione che rappresenta Ford, General Motors e Stellantis, ha garantito che l’obiettivo del Presidente degli Usa è quello di aumentare la produzione nazionale. Se i top brand mondiali impianteranno nuovi stabilimenti sul territorio americano ci sarà una diminuzione del tasso di disoccupazione con una impennata di vendite.
“C’è una crescente consapevolezza che dazi estesi sui componenti potrebbero minare il nostro obiettivo comune di costruire un’industria automobilistica americana fiorente e in crescita, e che molte di queste transizioni della catena di approvvigionamento richiederanno tempo“, ha aggiunto Matt Blunt. Nello Studio Ovale si è deciso per uno stop temporaneo sulle tariffe doganali sulle auto, ma non si può ancora affermare che sia arriverà a uno stop ufficiale. La politica dei dazi si abbatterà sui costruttori di auto e la sospensione non è ancora stata quantificata e tradotta in atti ufficiali.
L’Ue vuole trovare un accordo equo
Trump ha confermato che i dazi si estenderanno anche sui farmaci. L’obiettivo è quello di una ripresa sul territorio americano in diversi ambiti, dai chip ai medicinali, dall’acciaio all’alluminio sino alla produzione di automobili. Nel mirino c’è sempre la Cina, nemica numero 1 degli Stati Uniti. “Non cambio idea, nessun Paese si salverà, ma sono flessibile“, ha affermato Trump. C’è una apertura, tuttavia c’è ancora distanza tra le parti. Il commissario Ue per il Commercio Maros Sefcovic, atterrato a Washington per un nuovo confronto, ha dichiarato: “L’Ue è pronta a un accordo giusto, inclusa la reciprocità attraverso zero tariffe sui beni industriali. Ma servirà un significativo sforzo da entrambe le parti“. La premier Meloni dovrà provare ad ammorbidire Trump per continuare le trattative con il Vecchio Continente. Proverà a sostenere le posizioni europee, rimanendo in contatto costante con Ursula von der Leyen.
Infine, l’amministrazione Trump ha annunciato dazi del 20,9% su gran parte delle importazioni di pomodori dal Messico, uno dei fornitori più importanti degli Stati Uniti. Il ministero del commercio Usa ha deciso di stracciare l’accordo del 2019 perché non c’è stata alcuna protezione dei coltivatori di pomodori americani, afflitti dalle importazioni messicane a prezzi iniqui. “Questa azione consentirà ai coltivatori di pomodori statunitensi di competere lealmente sul mercato“, ha assicurato il ministero.