• 23 Gennaio 2025 23:38

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Trump a Davos: “Venite a produrre negli Stati Uniti, oppure pagate i dazi”

Gen 23, 2025

AGI – “Venite a produrre negli Stati Uniti oppure pagate i dazi“. È chiaro il messaggio di Donald Trump alla platea del Forum economico mondiale. Proprio i dazi sono stati argomento di dibattito nei panel di discussione nei giorni scorsi: non pochi economisti, compreso il direttore generale del WTO, hanno espresso timore per l’inasprimento di una guerra commerciale a suon di tariffe doganali.

E il neo presidente degli Stati Uniti spiega il perché vuole andare in questa direzione: “Il mio messaggio è semplice: venite a produrre i vostri prodotti negli Stati Uniti e beneficerete di tasse tra le più basse al mondo. Ma se non li producono negli Stati Uniti, e questo è un loro diritto, allora dovranno semplicemente pagare dei dazi”, ha detto. Il discorso di Trump – l’ultima volta ha parlato alla platea del Wef nel gennaio 2020 – ha toccato diversi temi, dal petrolio, ai tassi di interesse, al sistema fiscale, alla guerra in Ucraina.

La buona notizia per le imprese è che il presidente intende tagliare la corporate tax dal 21 al 15%, sempre che vengano prodotte appunto negli Stati Uniti. “Faremo il più grande taglio delle tasse della storia degli Stati Uniti” ha promesso Trump aggiungendo: “Sotto la mia amministrazione, non ci sarà posto migliore sulla terra per creare lavoro e costruire fabbriche che qua, nei cari vecchi Usa”.

 

Nessun contrasto con il Vecchio Continente, Trump tiene a ribadirlo: “Cerco di essere costruttivo perché amo l’Europa, amo i Paesi europei, ma loro trattano gli Stati Uniti d’America in modo molto, molto ingiusto con le tasse sull’Iva e tutte le altre tasse che impongono”. A questo proposito, difende le aziende americane: “L’Europa ha portato avanti cause legali con Apple, e ha portato 15 o 16 miliardi da Apple, altri miliardi da Google, credo che stia cercando lo stesso con Facebook per miliardi e miliardi. Queste sono aziende americane, l’Europa non “dovrebbe fare questo, e per quanto mi riguarda, è una forma di tassazione, quindi abbiamo delle grandi lamentele con l’Ue”.

Il presidente auspica inoltre un calo del prezzo del petrolio (e mentre lo dice il WTI, il barile americano, perde l’1%) e anticipa che ne parlerà con l’Opec e l’Arabia Saudita: “Dirò loro che devono abbassarlo, cosa che, francamente, mi sorprende non abbiano fatto prima delle elezioni. Non è stato molto affettuoso da parte loro non farlo. Sono rimasto un po’ sorpreso da questo”.

Secondo Trump, Kiev sarebbe pronta ad un accordo e dal canto suo, “mi piacerebbe incontrare Putin presto”.

E per far finire questo scontro “orribile”, chiede un assist a Pechino: “Ho sempre avuto un grande rapporto con Xi – dice – anche se “guastato dal Covid che veniva da Wuhan”, e “spero ci aiuti a fermare la guerra”.

Tornando ai temi economici, mentre è in programma (la prossima settimana) il direttivo della Fed che secondo le previsioni dovrebbe mantenere i tassi di interesse invariati, il presidente americano anticipa che chiederà invece di tagliarli “subito” e “allo stesso modo – afferma – dovrebbero scendere in tutto il mondo. I tassi di interesse dovrebbero seguirci ovunque”. Non è la prima volta che Trump sollecita i policymaker della Fed a ridurre il costo del denaro e negli anni scorsi, non sono mancate scintille con il banchiere centrale. C’è chi ritiene che con l’intervento di oggi si apra un nuovo – ma già letto – capitolo.

 

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