Il famoso ingegno italico, quello che universalmente viene riconosciuto per creatività e fantasia, a volte può avere delle derive negative, come nel caso accaduto a Roma e che stiamo per raccontare. La Capitale italiana, come tante altre metropoli del nostro Stivale, è attraversata da un dedalo di ZTL che, spesso e volentieri, finiscono per stravolgere gli itinerari di tante persone.
Quando la fretta si mischia con la frustrazione, ecco che nascono degli stratagemmi bislacchi per fregare le telecamere di accesso a queste strade. Ed è così che è stata partorita la truffa per eludere il divieto di circolazione a opera di una quarantenne residente proprio nella città eterna.
La manomissione della targa
L’azione concepita dalla signora per entrare nella ZTL area verde (che ha riammesso la circolazione delle storiche) è tanto semplice quanto illecita, perché munita di nastro adesivo nero, la donna ha manomesso le cifre della propria targa per non incorrere nella sanzione che scatta quando la propria auto passa dai varchi con telecamera, senza il regolare permesso. Il problema è sorto quando la donna è stata intercettata da una volante delle polizia, insospettita alla vista di qualcosa all’apparenza anomalo.
La vettura di colore bianco, presentava una targa con solamente 5 caratteri anziché i soliti 7. Qualcosa mancava all’appello ed era ormai abbastanza evidente. Le forze dell’ordine, dunque, hanno fermato la conducente per chiederle i documenti di guida. La donna ha fornito la sua patente senza esitazione, tuttavia, ha posto qualche reticenza nella consegna della carta di circolazione della sua auto. Dopo un po’ di resistenza, la donna ha mollato la presa e mostrato il documento del veicolo.
A quel punto gli agenti hanno verificato l’alterazione della targa, ma la donna ha provato un ultimo jolly, un’ultima carta della disperazione. Mentre i poliziotti effettuavano i controlli, la conducente è scesa dalla macchina e furtivamente si è recata al posteriore, tentando di staccare il nastro adesivo. Missione compiuta a metà, perché è riuscita a togliere un pezzo su due, prima di catturare l’attenzione degli agenti.
Truffa a Roma, l’esito in giudizio
Scoperta la malefatta, la donna è andata dritta verso un’unica direzione: continuare la sceneggiata. “Non capisco quale sia il problema, io non vedo niente sulla targa“, ha affermato in modo sfacciato ai due poliziotti. Questa audace messinscena non è stata minimamente creduta e non le ha impedito di venir citata davanti al tribunale di Roma. La donna ha trovato comunque un alleato sul suo cammino: in tribunale con lei c’era il padre che è stato ascoltato in qualità di teste.
Questa è la deposizione del genitore: “Mia figlia stava venendo da me in negozio per portarmi alcune cose, coni e coppette che non potevano arrivare dai fornitori. Quando è arrivata abbiamo notato che la targa penzolava: le ho consigliato di incollarla con del nastro adesivo nero cosicché poi potesse correre subito a ripararla“. Il pm Gianluca Mazzei non ha creduto all’intervento paterno, dal momento che ha chiesto per l’imputata una condanna a 4 mesi. Tuttavia, il giudice ha deciso di optare per l’assoluzione.
In ogni caso, non è la prima volta che si sente di una truffa per eludere le telecamere delle ZLT, come quella accaduta a Napoli con l’uso di mascherine chirurgiche. Davvero fantasioso, ma anche molto triste.