• 26 Novembre 2024 2:47

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Troppe regole e sprechi, la burocrazia ci costa 225 miliardi all’anno

Apr 1, 2023

AGI – Il cattivo funzionamento dell’apparato burocratico grava su famiglie e imprese per almeno 225 miliardi di euro all’anno. Le regole tortuose e complicate della macchina amministrativa statale, i mancati pagamenti della Pubblica Amministrazione, la lentezza della giustizia civile, il deficit infrastrutturale, gli sprechi nella sanità e nel trasporto pubblico locale restano una spina nel fianco dell’economia del nostro Paese.

A tornare sul tema è l’Ufficio studi della Cgia nel suo report settimanale. Sebbene non sia facile misurare gli effetti economici di queste criticità, la Cgia ha provato comunque a stimarli, arrivando alla conclusione che dovrebbero cubare oltre 11 punti di Pil all’anno, ovvero attorno ai 225 miliardi di euro.

Una cifra importante che si presta a dei raffronti: più che doppia dell’evasione tributaria e contributiva presente in Italia che è stimata attorno ai 100 miliardi di euro l’anno; quasi doppia della spesa sanitaria del nostro Paese (131,7 miliardi per il 2023); pari al valore aggiunto prodotto nel 2021 da tre regioni del Nordest (Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia); poco inferiore alle risorse che il nostro Paese dovrà spendere entro il 2026 con il PNRR (235 miliardi).

Nell’indagine campionaria realizzata a inizio di quest’anno, l’Italia si colloca solo al 23 posto a livello europeo per la qualità offerta dai servizi pubblici. Tra i 27 paesi UE messi a confronto, solo Romania, Portogallo, Bulgaria e Grecia presentano un risultato peggiore del nostro.

Non siamo in ritardo solo nella messa a terra del Pnrr ma anche nella spesa dei fondi Ue. Entro il 31 dicembre 2023, data di scadenza di attuazione del settennato 2014-2020, dobbiamo spendere i restanti 29,8 miliardi (pari al 46% della quota totale) di soldi che ci sono stati erogati da Bruxelles, di cui 10 sono di cofinanziamento nazionale. Lo rileva l’Ufficio studi della Cgia. Se non riusciremo a centrare questo obbiettivo, la quota di fondi Ue non utilizzatati andrà persa.

Insomma, è a rischio una buona parte dei 19,8 miliardi che l’Europa ci ha messo a disposizione da almeno nove anni. Le ragioni di questa difficoltà nell’ utilizzare i soldi europei è nota da tempo. Scontiamo, innanzitutto, una grossa difficoltà di adattamento della nostra Pubblica amministrazione alle procedure imposte dall’Ue.

Inoltre il personale, soprattutto dell’area tecnica, è insufficiente e quello occupato ha retribuzioni basse e, spesso, risulta, anche per questa ragione, poco motivato. Specificità che condizionano la qualità e la produttività del servizio reso da questi dipendenti, in particolar modo delle regioni e degli enti locali piu’ in difficolta’, che, in buona parte, sono concentrati nel Mezzogiorno.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close