immigrazione e diritti
Parla il presidente della sezione specializzata in materia di immigrazione, Arturo Picciotto
di Valentina Maglione
15 gennaio 2020
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«Il nostro tribunale era tra i più efficienti d’Italia e ancora nel 2018 è risultato il più rapido per le esecuzioni. Ma a inizio 2018 la commissione territoriale per la protezione internazionale, che ha il compito di esaminare in prima istanza le domande dei migranti, è stata spostata da Gorizia a Trieste e ha iniziato a lavorare a pieno ritmo. L’effetto è stato che noi siamo stati sopraffatti dai ricorsi contro i dinieghi alle richieste di asilo, dato che il nostro è l’unico tribunale competente nel distretto di Corte d’appello». Parola di Arturo Picciotto, presidente della sezione specializzata in materia di immigrazione del Tribunale di Trieste.
Quanti ricorsi avete ricevuto?
I ricorsi sono aumentati in modo esponenziale: nel 2019 sono triplicati rispetto al 2016, da 861 a 2.450.
Come avete reagito?
Con questi numeri non c’è una risposta organizzativa possibile senza aumentare l’organico. Pur dedicando ogni sforzo alle cause in materia di immigrazione, non potevamo trascurare altro contenzioso, tra cui quello in materia di famiglia e di impresa. Inoltre c’è la sensazione che non si riesca a scrivere mai la parola fine. Pure dopo il ricorso in Cassazione contro l’eventuale rigetto, sempre con patrocinio a spese dello Stato, le domande possono essere riproposte in Italia o in un altro Paese Ue: basta cambiare le motivazioni a base della prima domanda.