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Trieste si prepara alla giornata più calda: “20mila al corteo No green pass”

Ott 21, 2021

Dice il prefetto Valerio Valenti che domani in piazza saranno “almeno 20mila, l’attenzione è massima”. A Trieste, ormai da giorni capitale italiana No green pass, la protesta continua. Per tutto il weekend ci si aspettano altre giornate di dissenso. A partire da domani, quando è prevista una prima manifestazione che secondo gli organizzatori, quel Coordinamento 15 ottobre, nato pochi giorni fa per mettersi a capo delle iniziative, saranno molti di più di quelli attesi dalla prefettura.

    

La linea che unisce Trieste e il Viminale è in queste ore sempre più calda, e quella di oggi è una vigilia segnata dai timori che, a differenza di una settimana fa, quando il blocco del porto ha creato problemi relativi ma senza grandi tensioni dal punto di vista dell’ordine pubblico, questa volta possa andare diversamente. Fonti di polizia hanno parlato ieri del rischio infiltrazioni: è questa la grande preoccupazione. Che tra le migliaia di manifestanti possano inserirsi e nascondersi frange più oltranziste, non necessariamente legate alle istanze No green pass o No vax, ma piuttosto interessate a creare disordini: estremisti di destra, esponenti del mondo ultras, ma anche anarchici, che nella protesta contro il certificato verde trovano lo spazio per altre rivendicazioni, contro la politica e le istituzioni.

 

Nel frattempo, dopo lo sgombero dello scalo, prosegue il sit-in in piazza dell’Unità d’Italia, un raduno non autorizzato che tuttavia per il momento viene tollerato: “Sono pochi, non procederemo”, ha spiegato il prefetto Valerio Valenti. Il rischio insomma sarebbe quello di acuire inutilmente la tensione in vista di giornate considerate a rischio. Le manifestazioni andranni avanti almeno fino a domenica, ed è previsto per sabato pure un incontro, con la presenza del ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, che di Trieste è originario. Un passaggio istituzionale che qualcuno tra gli animatori della protesta ha visto come un primo risultato, mentre altri, come il Coordinamento No green pass Trieste, lo considerano come una semplice strategia da parte delle istituzioni per prendere tempo, così da logorare la piazza e l’organizzazione di chi si oppone al passaporto vaccinale.

   

Divisioni che trovano riscontro nelle cronache locali, che raccontano come una protesta inizialmente unitaria e radunata intorno ai lavoratori del porto, vada giorno dopo giorno sfaldandosi, balcanizzandosi, tra varie rivendicazioni e screzi: No vax, No green pass, comitato dei portuali (Il Clpt che nei giorni scorsi ha perso il suo volto noto Stefano Puzzer), e via così. Ieri, per capire il clima che si respira in Piazza dell’Unità d’Italia, a bloccare l’allestimento di un palco non sono state le forze dell’ordine, ma i portali: “Questa non è una sagra, è una protesta”.

    

Ma nel variegato contesto che anima le vie di Trieste, riporta il Piccolo, dai megafoni si sentivano anche dichiarazioni di tutt’altro senso: “Ora i portuali non parlino più, hanno già detto tanto”. Episodi che restituiscono la frammentazione di questi giorni, che rende più difficile il controllo di quel che accadrà. Anche da questo derivano le preoccupazioni del ministero degli Interni e della prefettura triestina: il timore è che in quadro del genere, per i facinorosi, sia più facile trovare campo libero. Il rischio è quello della guerriglia urbana, uno scenario che al ministero degli Interni, con Lamorgese al centro degli attacchi per la gestione dell’ordine pubblico nelle scorse settimane, vogliono scongiurare a tutti i costi.

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