ROMA – Da Lussemburgo, dopo la riunione dell’Eurogruppo che raccoglie tutti i ministri delle Finanze, il nostro Giovanni Tria manda in pensione i minibot: “Sono una cattiva idea”, ammette il ministro italiano. Parole dolci per le autorità comunitarie che considerano questo strumento (i minibot) l’anticamera dell’uscita dall’euro. Parole in sintonia con quelle della presidente del Fmi Christine Lagarde, che ieri aveva definito lo strumento finanziario “un’idea bizzarra”.
Giudizi di fronte ai quali, però, non si ferma il presidente della Commissione bilancio della Camera, Claudio Borghi, che – a chi domanda della volontà dell’esecutivo di andare avanti su questa strada – risponde: “I minibot sono nel contatto del Governo”. Riferimento al punto 11 del documento, nel quale – parlando di fiscalità e semplificazione – Lega e M5s parlavano della necessità di smaltire i debiti della Pa verso i fornitori anche attraverso “la cartolarizzazione dei crediti fiscali”, che potrebbe passare “anche attraverso strumenti quali titoli di stato di piccolo taglio” e “valutando nelle sedi opportune la definizione stessa di debito pubblico”.
Tornando ai conti pubblici nel loro complesso, Tria spiega anche che l’Italia sarà nelle condizioni di abbassare il suo deficit dello 0,2 per cento. Spiegherà all’Europa come conta di arrivarci, pur senza presentare documenti scritti che non vengono prodotti, di norma, a metà anno.
Tria parla da Lussemburgo dove l’Europa fa ormai fronte comune contro l’Italia. Mário Centeno si schiera completamente dalla parte della Commissione Europea e invita Roma a risanare i suoi conti. Centeno – portoghese, presidente dell’Eurogruppo, organo dove siedono i 19 ministri delle Finanze dell’area euro – spiega: “L’apertura di una procedura basata sul debito è giustificata. L’Italia è invitata a prendere le necessarie misure per rispettare il Patto di Stabilita”.
Il senso di queste parole è chiaro: i governi nazionali, attraverso l’Eurogruppo, prendono posizione contro il nostro Paese.
Il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici, è felice di questo appoggio: “Ringrazio Centeno per il chiaro sostengo che ha dato all’analisi della Commissione. Continueremo questa nostra analisi che potrà portare all’apertura della procedura di infrazione contro l’Italia, ma resto in ascolto dei nuovi elementi che Roma potrà presentare”.
“Accolgo con favore gli impegni di Tria e Conte, so che agiscono in buona fede e con buona volontà per un accordo, ma ci servono più dati, più impegni, fatti e misure necessarie, perché alla fine le regole sono regole e i conti devono tornare. In questo momento una procedura è giustificata, vogliamo evitarla, ma per farlo dobbiamo assicurare che le regole siano rispettate nel 2019 e 2020”.
Ancora Moscovici: “Tutti devono essere sicuri che le regole esistono per essere rispettate”.
Ribatte il vice premier Matteo Salvini, da Roma: “L’Unione europea per l’italia è un porto a pagamento. Paghiamo ogni anno 6 miliardi di euro, per sentire poi lezioni da un organismo che paghiamo profumatamente. Tutto questo suona strano, come è strano imporci vincoli e regole che negli ultimi 15 anni hanno dimostrato il loro fallimento: la medicina è sbagliata e bisogna cambiare”.
Renato Brunetta (Forza Italia) pensa invece che l’Italia di Tria, Conte, Salvini sia sempre più sola “L’isolamento di Tria in Lussemburgo è l’emblema dell’isolamento internazionale italiano. Un fronte compatto, quello europeo, che va dai falchi come Dombrovskis, alle colombe come Moscovici e Centeno, che pure ha dovuto attraversare con il suo Portogallo l’esperienza della Troika”.
“Senza un alleato, senza un seggio che conta, scaricati anche da Angela Merkel, che tramite il suo portavoce ha fatto sapere di sostenere il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker nelle sue posizioni rigoriste. Senza l’appoggio dei mercati e delle agenzie di rating l’Italia è all’angolo. Preghiamo solo che il ministro Tria e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, sparito dai radar, riescano a convincere gli alleati della maggioranza che non ci sono ormai più margini di trattativa”.