AGI – Un anno fa, il presidente della Federal Reserve Jerome Powell nel suo discorso a Jackson Hole mandò in fibrillazione i mercati finanziari giurando che la banca centrale statunitense avrebbe domato l’inflazione a ogni costo. Dodici mesi dopo, l’inflazione è stata ridotta di due terzi, l’economia a stelle e strisce continua a espandersi e anche se la Fed sembra sia sulla buona strada per riportare la crescita dei prezzi all’obiettivo del 2% annuo, il percorso da seguire è ancora incerto e pieno di rischi. Ne sono consapevoli economisti, banchieri centrali, accademici, operatori dei mercati finanziari e rappresentanti del governo Usa che si riuniranno nella valle del Wyoming per il tradizionale Simposio di fine estate, che quest’anno si terrà dal 24 al 26 agosto.
La conferenza annuale di Jackson Hole prenderà formalmente il via giovedì sera e il discorso di Powell è atteso venerdì mattina. Ospitato dalla Fed di Kansas City, il meeting ha riunito il gruppo esclusivo e influente dell’élite economica ogni estate dal 1982, quando Paul Volcker era presidente della Fed e l’economia era impantanata in una profonda recessione. E ancora una volta i mercati guarderanno al simposio di politica economica per capire cosa succederà.
Negli ultimi anni il numero uno della Fed ha tenuto il discorso di apertura della conferenza di tre giorni. Powell parlerà delle prospettive economiche e sarà l’occasione per chiarire se è necessario un ulteriore inasprimento delle politiche monetarie per ridurre l’inflazione in un contesto di crescita economica sorprendentemente forte, o se siano stati compiuti sufficienti progressi per mantenere i tassi fermi. Molto probabilmente non mancheranno le considerazioni anche sul recente forte aumento dei rendimenti sui Treasury, in particolare sulle lunghe scadenze.
Nella sua ultima riunione prima della pausa estiva, la Fed ha annunciato un altro rialzo dei tassi dello 0,25% senza fornire alcuna indicazione su come intenda procedere nel prossimo futuro. Powell ha infatti confermato l’approccio dipendente dai dati. Dai verbali del meeting è emerso che diversi membri del Fomc sarebbero propensi a ulteriori interventi sui tassi e che la maggior parte ha segnalato “significativi” rischi al rialzo per l’inflazione. Tuttavia, nei discorsi pronunciati quest’estate, i funzionari della banca hanno offerto pareri discordanti sul fatto che ritengano che i tassi di interesse abbiano raggiunto il loro picco.
L’intervento del numero uno della banca centrale dovrà quindi muoversi, a detta degli esperti, su una linea sottile tra ottimismo e cautela nel valutare le mosse future. E potrebbe anche non sbilanciarsi e tenere tutte le opzioni sul tavolo.