“Louis Besson (1937-21xx), francese, instancabile padrino del progresso e della terza linea ferroviaria del Moncenisio, nel 2003 riuscì a convincere il presidente della Repubblica francese Jacques Chirac ad approvare il progetto Torino-Lione nonostante il parere di abbandonarlo emesso nello stesso anno dalle istituzioni francesi Consiglio Generale dei Ponti e delle Strade e Ispezione Generale delle Finanze”.“Laurens Jan Brinkhorst (1937-21xx), olandese, difensore delle libertà e del progresso, è stato all’onore nel processo del Tribunale Permanente dei Popoli – TPP che nella sua sentenza del novembre 2015 ha scritto: “Si sottolinea la particolare gravità e insensibilità del comportamento del coordinatore europeo del corridoio TEN-T Mediterraneo Laurens Jan Brinkhorstche ha contribuito alla diffusione di informazioni non controllate e alla squalificazione della protesta delle comunità di val di Susa ignorandone i contenuti reali, e stigmatizzandole come poco rappresentative e violente”.
Sono i testi delle epigrafi che il Comitato No Tav suggerisce per i futuri monumenti alla gloria del presidente della commissione intergovernativa Besson e del coordinatore europeo Brinkhorst in occasione della loro visita giovedì a Torino per incontrare la sindaca Chiara Appendino e parlare della Torino Lione nei confronti della quale la prima cittadina ha da subito espresso posizioni contrarie. Certo un messaggio di benvenuto originale, quello dei No Tav, che oltre alle epigrafi per un futuro monumento alla gloria, suggeriscono ai due visitatori alcuni doni da consegnare all’inquilina di Palazzo Civico. Lo annuncia in una nota diffusa questa mattina il comitato No Tav ironizzando sulla fatica improba che i due dovranno fare per tentare di convincere Appendino della bontà del progetta ipotizza che i due ” ottuagenari, da anni instancabili padrini della Torino-Lione e legionari francesi d’onore” svolgano il compito per “gloria
personale e per conto di quella di altri”. Per parte loro i No Tav annunciano il proprio dono alla sindaca: “Una Grande Opera del passato,l’Eneide, nella quale Publio Virgilio Marone ha scritto Temo i greci anche quando portano doni, frase detta da Lacoonte ai troiani per convincerli a non fare entrare il cavallo di Troia” invitandola a non lasciarsi convincere dal pressing dei due.