AGI – Gli scavi clandestini erano in atto da tempo, a 50 metri dall’ingresso del sito archeologico di Oplontis, l’antica Torre Annunziata. L’obiettivo dei tombaroli era una preziosa opera d’arte antica da trafugare nella Villa di Poppea, opulenta domus del I secolo a.C. che gli archeologi attribuiscono a Poppea Sabina, seconda moglie di Nerone. Una dimora magnifica, ricca di mosaici, affreschi e statue.
I carabinieri del nucleo investigativo del gruppo di Torre Annunziata, con il prezioso supporto dei militari dell’Arma della sezione di polizia giudiziaria della procura della repubblica oplontina specializzata nel contrasto dei reati contro il patrimonio culturale, hanno effettuato un blitz in una cantina in corso Garibaldi, all’altezza del civico 106, dove hanno scoperto degli scavi clandestini, trovando 3 tunnel, parzialmente franati ma utilizzabili, tutti convergenti in direzione del grande atrio con decorazioni ad affresco della villa. L’area e tutti i materiali – attrezzi atti allo scavo, areatori, materiali di puntellamento, recipienti con all’interno lapilli provenienti dagli scavi clandestini – sono stati sequestrati.
Denunciato per il reato di opere illecite, articolo 169 codice dei beni culturali, il proprietario del locale, un 53enne falegname incensurato.
L’immobile da cui partivano i cunicoli si trova immediatamente a sud del grande atrio e dell’ampio giardino della domus, nel quale furono rinvenute diverse sculture in marmo, nonché dell’intera parte occidentale della villa ancora non interessata da campagne di scavo archeologico, dove potrebbe essere collocato l’ingresso antico principale.