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Tim sale in Borsa dopo la nomina di Gubitosi. Calenda sulla rete: “Il governo ci copia e male”

Nov 19, 2018

MILANO – Il titolo Tim apre in rialzo la prima giornata di Borsa dopo la nomina di Luigi Gubitosi ad amministratore delegato, avvenuta nel consiglio di amministrazione che si è svolto domenica.

Come da attese, non è stato un consiglio semplice: Gubitosi è stato eletto a maggioranza, con i consiglieri appartenenti alla lista Elliott che si sono schierati compatti, mentre hanno votato contro gli uomini di Vivendi. Proprio i francesi, che sono il primo socio di Telecom con una quota vicino al 24% del capitale, come ricostruisce Repubblica in edicola preparano una battaglia legale per verificare i passaggi formali che hanno portato alla sfiducia ad Amos Genish. Lo stesso ad uscente ha chiesto che venga convocata una assemblea per chiarire la direzione dell’azienda.

In Piazza Affari il titolo – tra forti scambi – arriva a guadagnare fin quasi il 3% a fronte di un listino nel complesso in lieve rialzo (segui Telecom in Borsa).

Il tema della rete in fibra ottica, per la quale il governo ha presentato un emendamento a firma M5S che porta di fatto all’integrazione tra l’infrastruttura di Tim e quella di Open Fiber, continua ad esser alto nell’agenda della finanza ma soprattutto della politica. L’ex titolare del Mise, Carlo Calenda, ne ha parlato a Circo Massimo, su Radio Capital, da Massimo Giannini: Lo scorporo della rete Tim? “L’abbiamo

iniziato noi. Prima con la golden power su Tim poi col lavoro fatto con Agcom. La differenza è che quello che stavamo perseguendo noi era a costo zero mentre quello che vuole fare il governo è espropriare la rete a Tim che costerebbe tra i 30 e i 35 miliardi, ammesso che si possa fare. Si copia e si copia male”. L’ex ministro ha aggiunto: “Non lo faranno mai perché i soldi no ce li hanno. Servirebbe invece che si fondesse con Open Fiber e andasse sul mercato”.

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