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Tim, ecco la lista di Elliott: chiede di cambiare sei consiglieri nel cda

Mar 15, 2018

MILANO – Il fondo Elliott, che è salito a bordo della compagine sociale di Telecom, chiede di cambiare sei membri del consiglio di amministrazione della società ex monopolista delle Tlc, ma non di rimuovere Amos Genish dalla guida della stessa società.

Le mosse arrivano in vista dell’assemblea del prossimo 24 aprile, in preparazione della quale il veicolo finanziario condotto da Paul Singer, lo stesso che è noto in Italia per avere in mano il debito del Milan e per l’ingresso in Ansaldo. Proprio in vista dell’assise degli azionisti, il fondo ha chiesto di integrare l’ordine del giorno con una lettera inviata ieri alla società delle Tlc.

Nel documento – in aggiunta a quanto già predisposto dal management di Tim con la convocazione pubblicata il 10 marzo – si richiede la revoca di sei amministratori e la contestuale nomina di altrettanti. L’elenco dei consiglieri che Elliott chiede di revocare si compone del presidente Arnaud de Puyfontaine (che è anche l’amministratore delegato di Vivendi, la società di Bolloré primo socio di Tim), con Hervé Philippe, Frédéric Crépin (altri due manager del gruppo francese), Giuseppe Recchi (vicepresidente), Félicité Herzog e Anna Jones.

In loro sostituzione, il fondo di Singer propone Fulvio Conti e Luigi Gubitosi (per i quali non si prevederebbero incarichi operativi), con Massimo Ferrari, Paola Giannotti De Ponti (ex Ansaldo Sts, nel cda di Terna), Dante Roscini e Rocco Sabelli.

Tim ha poi diffuso una nota confermando i nomi e aggiungendo che il cda “sarà convocato nei prossimi giorni per l’assunzione delle determinazioni di competenza”.

Chiedendo di integrare l’ordine del giorno, Elliott getta luce sulle azioni di Telecom in suo possesso, attraverso quattro veicoli finanziari che hanno domicilio alle Isole Cayman (in due casi), negli Stati Uniti e alle Bermuda. Singer dichiara di controllare 385.078.000 azioni di Telecom, che corrispondono al 2,53% del capitale ordinario. Una soglia sufficiente per chiedere l’integrazione dell’ordine del giorno, ma inferiore a quanto giudicato possibile nei giorni scorsi sul mercato, dove si crede il fondo possa presto scoprirsi oltre il 5%.

Nella serata di ieri è emerso che proprio l’ingresso di Elliott ha aperto un possibile cambio di rotta da parte di Vivendi per Tim, che si è detto disposto ad appoggiare “un’altra strategia” per sostenere il valore del titolo. Una mossa che potrebbe portare lo stesso de Puyfontaine a sospendere le sue funzioni esecutive all’interno di Tim “durante il periodo di questo dibattito strategico”. La posizione è stata chiarita da un portavoce dei francesi: “Vivendi – ha detto – supporta Telecom Italia nel suo piano strategico finalizzato a creare valore a medio e lungo termine”. “Tuttavia, come ogni azionista sensibile alla valutazione dei suoi investimenti, Vivendi vorrebbe anche, se necessario, sostenere un’altra strategia che potrebbe aumentare il prezzo delle azioni di Telecom Italia a breve termine. Come sempre, spetterà agli azionisti decidere”.

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