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Theresa May ha rinviato il voto su Brexit – Il Post

Dic 10, 2018

La prima ministra del Regno Unito, Theresa May, ha deciso di annullare e rinviare a una data ancora da stabilire il voto della Camera dei comuni previsto per domani sera sull’accordo trovato su Brexit, cioè l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. La notizia non è ancora ufficiale ma è stata data da Bloomberg ed è stata confermata al Guardian da fonti governative. Theresa May dovrebbe fare un annuncio alle 16.30 ora italiana.

L’accordo in questione è stato trovato dopo due anni negoziati tra il governo britannico e l’Unione Europea – che lo definiscono entrambi l’unico possibile – ma non piace quasi a nessuno nel Parlamento britannico, compresi molti deputati del Partito Conservatore, il partito di May, che nelle ultime settimane hanno detto di non avere intenzione di votarlo. Senza il voto della Camera, l’accordo su Brexit non può essere ratificato, e a oggi è praticamente impossibile che l’accordo passi alla Camera, viste le intenzioni dichiarate dalla gran parte dei parlamentari.

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Non è chiaro cosa accadrà, qualora May dovesse davvero rinviare il voto. May potrebbe effettivamente calendarizzare il voto in un’altra data, sperando da qui ad allora di convincere un numero sufficiente di parlamentari, ma ci prova ormai da molti giorni senza successo e non si capisce cosa dovrebbe cambiare. Un’altra ipotesi che circola sulla stampa è che il fallimento di un primo voto – o il rinvio di questo previsto per martedì, vedremo – mostri che non esiste un altro accordo possibile migliore di questo, oppure inneschi una serie di conseguenze economiche (crollo delle borse, aumento degli spread) tali da far cambiare idea ad alcuni parlamentari e superare così un secondo voto (o il primo, quando si terrà). In questo momento, per esempio, la sterlina ha toccato il livello minimo da diciotto mesi. Allo stesso modo, altri invece ipotizzano che May possa dimettersi nel caso il suo accordo venga bocciato dal Parlamento, aprendo così una crisi di governo che si risolverebbe solo quando il Partito Conservatore dovesse individuare una nuova leadership. Questa nuova leadership potrebbe provare a riaprire i negoziati con l’Unione Europea, che però ha sempre detto che considera la trattativa chiusa.

Intanto proprio stamattina la Corte di giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che l’articolo 50 del Trattato di Lisbona (TUE) – quello che permette l’uscita di uno stato membro dalla UE e che è stato invocato dal Regno Unito per Brexit – può essere revocato unilateralmente da chi l’ha invocato, senza il voto favorevole degli altri stati membri. La decisione della Corte conferma il parere dell’avvocato generale della Corte Campos Sánchez-Bordona. A portare il caso davanti alla Corte UE erano stati un gruppo di politici scozzesi e inglesi e un tribunale scozzese che volevano sapere se fosse ancora possibile per il Regno Unito fermare Brexit prima che entrasse in atto. È comunque improbabile che il governo della prima ministra May decida di revocare Brexit, ma per i politici scozzesi che hanno portato il caso davanti alla Corte UE era «vitale» che il parlamento britannico fosse «completamente informato delle opzioni» prima di votare a favore o meno di Brexit.

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