AGI – L’ultimo scontro tra Elon Musk e Bruxelles si sta consumando alla Corte di Giustizia europea dopo che la Ue ha imposto tariffe aggiuntive (rispetto a quella standard del 10%) sulle importazioni di veicoli elettrici dalla Cina. La Corte di giustizia europea ha pubblicato oggi sul proprio sito web la conferma della causa, presentata dalla filiale di Shanghai di Tesla, senza fornire ulteriori dettagli. A ottobre la Ue ha imposto tariffe antisovvenzioni del 7,8% su Tesla e fino al 35,3% su altre importazioni di veicoli elettrici cinesi.
L’accusa rivolta a Pechino è quella di aver concesso prestiti di favore e benefici fiscali per consentire alle sue case automobilistiche di offrire prezzi più bassi ai consumatori. E conquistare quote di mercato. La decisione aveva sollevato le critiche dei gruppi riuniti nell’Acea. L’iniziativa dell’azienda statunitense segue quella della tedesca BMW, dei produttori cinesi di veicoli elettrici BYD, Geely e SAIC e dell’associazione del settore automobilistico che hanno già presentato ricorso.
Nel dettaglio, il gruppo Byd sarà soggetto a dazi aggiuntivi per il 17%; Geely per il 18,8% e Saic per il 35,3%.
Non sono stati forniti altri dettagli ma Musk non ha mai fatto mistero di criticare aspramente la regolamentazione della Ue in materia. Secondo la società di consulenza Transport and Environment, Tesla rappresenta il 28% dei veicoli elettrici di produzione cinese importati nell’UE nel 2023, più di qualsiasi altro marchio. La causa contro la Commissione europea sarà discussa presso il Tribunale, il secondo organo giurisdizionale più alto dell’UE, e il verdetto potrà essere impugnato presso la Corte di giustizia europea. Il processo potrebbe durare circa 18 mesi.
I dirigenti di Tesla hanno dichiarato che nel frattempo stanno modificando la loro politica di importazione dalla Cina per rispondere alle tariffe dell’UE. Attualmente l’azienda esporta i veicoli Model 3 da Shanghai verso l’UE, mentre produce il Model Y a Berlino. Il portavoce della Commissione europea per il commercio, Olof Gill, ha dichiarato la scorsa settimana dopo la presentazione delle prime contestazioni da parte di BMW e di altre case automobilistiche: “Siamo pronti. Siamo un club basato sulle regole qui della Ue. Se vogliono portarci in tribunale, possono farlo”.