• 12 Marzo 2025 4:55

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Tesla, crollo verticale: i motivi della crisi del brand di Musk

Mar 11, 2025

Era il lontano 2003 quando a San Carlos, in California, nasceva la Tesla Motors. L’idea da parte dei fondatori Martin Eberhard e Marc Tarpenning era nata in seguito alla decisione di General Motors di richiamare e poi distruggere le proprie auto elettriche. Solo un anno dopo entrò a far parte del progetto Elon Musk, fresco della cessione miliardaria di PayPal ad eBay. La missione del nuovo brand di auto americano è sin da subito chiara: accelerare la transizione del mondo verso l’energia sostenibile.

Nei primi anni di vita Tesla stenta a decollare. L’auto elettrica è vista con una certa diffidenza e come se non bastasse arriva la crisi finanziaria del 2008 a complicare i piani. Passano gli anni però e il marchio comincia a conquistarsi sempre più quote di mercato sino a diventare leader indiscusso nel campo delle BEV. Questo almeno sino all’anno scorso quando cominciano a sentirsi i primi scricchiolii di una crisi che in queste ultime settimane sembra deflagrare definitivamente.

Crollo in borsa e non solo

Nel 2024, infatti, per la prima volta Tesla si è fatta soffiare lo scettro di regina dell’elettrico dalla cinese BYD. In questo inizio di 2025 però le cose stanno andando addirittura peggio. Nelle ultime settimane il crollo in borsa del titolo è perentorio, al punto che da inizio anno ha lasciato sul piatto già il 45% del valore, sperperando più dei 700 miliardi di dollari ricevuti dalla corsa elettorale. Come se non bastasse, secondo le stime di UBS, nel primo trimestre del 2025 vi sarà un calo importante delle vendite che dovrebbe attestarsi intorno al meno 5% su base annuale. Una vera batosta per un’azienda che negli ultimi anni ci ha abituato solo a crescere.

In particolare preoccupano i dati provenienti dalla Cina. A febbraio è stato registrato un meno 49% rispetto all’anno precedente. A pesare in tal senso sono i prezzi più bassi delle concorrenti cinesi e un certo protezionismo da parte del Paese del Dragone rispetto al proprio prodotto. I motivi di questo tracollo però vanno ricercati in diversi ambiti. Per prima cosa dopo l’elezione di Trump serpeggia una certa incertezza sull’economia degli USA. C’è poi in ballo il restyling della Model Y Juniper e come se non bastasse, dal 28 gennaio al 4 febbraio c’è stato il Capodanno lunare e le conseguenti vacanze. Infine Tesla è stata costretta a stoppare la produzione per alcuni adeguamenti alla gigafactory di Shanghai, segnalati tra le altre cose anche da Bloomberg.

Il “peso” del Musk politico

Naturalmente però sui dati cinesi pesa soprattutto l’impatto della concorrenza e in particolare BYD che ha dati di vendita in costante ascesa grazie a prezzi molto contenuti. La stessa Toyota per provare a recuperare terreno ha lanciato un’elettrica da 20.000 dollari. I mercati come si sa sono sensibili a qualunque cosa e il coinvolgimento politico di Musk non sembra di certo stia giovando all’azienda. In tanti si chiedono se l’impegno governativo non possa distrarre l’imprenditore dai suoi impegni con Tesla.

Al momento Elon Musk è impegnato con il contestato progetto DOGE (Department of Government Efficiency) e ha mostrato vicinanza alla destra di AfD in Germania. La sua reputazione è in calo e in Europa, dove le vendite sono altrettanto in caduta libera, si sono registrati atti di vandalismo nei confronti delle sue Tesla come quello dell’Aia nei Paesi Bassi. In quest’ultimo caso uno showroom Tesla è stato imbrattato con svastiche e slogan antifascisti.

Tesla però non è l’unico business di Musk a subire un rallentamento. Nei mesi scorsi Starlink sembrava vicinissima ad un accordo con l’Italia per offrire servizi nelle telecomunicazioni e anche in ambito militare. Le recenti esternazioni di Trump sulla possibilità di abbandonare l’alleanza atlantica però sembrano abbiano convinto Giorgia Meloni a frenare sulla cosa. Allo stesso tempo il neo eletto Presidente degli USA ha promesso attraverso la piattaforma social Truth di voler acquistare una nuova Tesla per dimostrare il proprio sostegno all’amico Elon. Un vero e proprio controsenso per il tycoon che storicamente ha sempre osteggiato l’elettrico.

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