Nel giorno della sparatoria a Sesto San Giovanni nel corso della quale il terrorista della strage di Berlino è stato ucciso da due poliziotti, fioriscono le polemiche alimentate dalla Lega che chiede la chiusura delle moschee. Ma la sindaca di Sesto San Giovanni, Monica Chittò, interviene e davanti alla Lega che chiama a raccolta i suoi per manifestare in piazza, si trova costretta a ribadire con forza: “La nostra città convive da vent’anni con la moschea” e da essa “non sono mai venuti problemi: sono meglio i luoghi di culto palesi, invece dei sottoscala”.
Il primo cittadino spiega anche che, nell’ex Stalingrado d’Italia, l’immigrazione incide per il 17 per cento, una percentuale simile a quelle di tutta la Lombardia e in quella percentuale vanno compresi anche i 2.800 bambini figli di immigrati che sono nati in Italia. Ma questo non basta a far sbollire gli animi, in queste ore convulse. E lo stesso segretario federale del Carroccio sarà domani mattina alle 11.30 in piazza 1 Maggio, al capolinea della MM1, assieme al vicecapogruppo regionale Jari Colla e al segretario provinciale della Lega Nord Riccardo Pase.
“La scelta del luogo”, dichiarano Colla e Pase, “non è casuale; ci troveremo nel punto esatto ove è stato intercettato casualmente e ucciso il terrorista Anis Amir, a dimostrazione di quanto siano fragili le politiche di prevenzione del terrorismo del Governo”. Una manifestazione contro il governo: “Con l’occasione denunceremo la politica fallimentare del Ministero dell’Interno sulla gestione dell’immigrazione e sul controllo del territorio e chiederemo la chiusura di tutte le moschee abusive del Nord Milano e della Lombardia”.
Già questa sera alle 20.30 la Lega scende in piazza dopo la sparatoria a Sesto San Giovanni nella quale due poliziotti hanno ucciso Anis Amri, il terrorista che a Berlino si è lanciato con un camion sulla folla uccidendo 12 persone. Il Carroccio reclama la chiusura delle moschee, in particolare nella zona di via Padova, il quartiere multietnico di Milano, dove è forte la presenza islamica. L’iniziativa di protesta è annunciata per stasera dai leghisti del Municipio 2, guidato dal centrodestra e molto attivo sul fronte della denuncia delle “moschee abusive”.
La manifestazione è convocata in via San Mamete 76, quartiere Adriano, luogo di grandi tensioni per la presenza degli stranieri, ma non lontano da Sesto, dove è avvenuta l’uccisione del terrorista: “A seguito dei numerosi attentati di matrice islamica non possiamo più far finta di niente! Soprattutto dopo che è stato ucciso l’attentatore di Berlino proprio nelle vicinanze di Milano al confine con il Municipio 2. Esigiamo quindi più controlli nei confronti delle comunità islamiche, sia sotto un punto di vista religioso che sotto un punto di vista di attività. Pensare, infatti, all’islam puramente e solamente come una religione sarebbe come non vedere il reale problema”, scrive il capogruppo leghista in zona.
“Il gruppo consiliare Lega Nord organizza un presidio contro uno dei luoghi mappati dalla giunta precisamente quello di via San Mamete 76, in quanto nelle ultime settimane i cittadini si sono lamentati del rumore provocato durante lo svolgersi della preghiera islamica e chiedono ragguagli riguardo le norme di sicurezza del locale adibito a luogo di culto. Dopo aver fatto ricerche e sopralluoghi possiamo affermare che la palazzina di via San Mamete 76 non ha le caratteristiche e non è dotata di misure di sicurezza idonee per fungere da luogo di ritrovo quindi, anche per la preghiera. In tutto il Municipio
2 vi sono diversi palazzi interessati dove l’abusivismo è in continua crescita e , dopo anni di trascuratezza ci siamo davvero stancati”.Critiche sono rivolte alla giunta di Palazzo Marino per “l’atteggiamento lassista e permissivo” che ”non ha fatto altro che promuovere ed incrementare il degrado e l’insicurezza” con richiesta “di garantire la sicurezza dei cittadini in questo clima di imminente attentato terroristico”.