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Terrorismo, primo “foreign fighter” italiano condannato a Ravenna

Gen 11, 2017

BOLOGNA – Era stato il primo ‘foreign fighter’ fermato in Italia dopo l’entrata in vigore della specifica legge. Noussair Louati, 28enne tunisino bloccato dalla Digos ravennate il 22 aprile 2015 nella città romagnola, è stato condannato in abbreviato a tre anni e mezzo di carcere dal Gip di Bologna (la Dda aveva chiesto tre anni e dieci mesi).

Louati, in videoconferenza dal carcere di Torino dove si trova, ha ammesso quanto attribuitogli nelle indagini della polizia spiegando in sostanza di avere subito, complice l’uso di droga, il “lavaggio del cervello” da quelle stesse persone che lo avevano contattato per partire per la “guerra santa”. Ma si è detto pentito garantendo di avere tagliato tutti i ponti con i jihadisti già una ventina di giorni prima del fermo. Motivo questo per il quale il suo avvocato – il ravennate Francesco Furnari – ne aveva chiesto invano l’assoluzione.

Proprio a inizio d’anno con un provvedimento firmato dal ministro dell’Interno Marco Minniti, per “motivi di sicurezza dello Stato”, è stata eseguita la seconda espulsione del 2017: un 26enne tunisino residente a Ravenna che aveva stretto amicizia con un aspirante foreign fighters ed era in possesso di materiale inneggiante alla propaganda

jihadista. Salgono così a 134 i soggetti dell’estremismo religioso espulsi con accompagnamento alla frontiera dal gennaio 2015 ad oggi.

Si tratta di un 26enne tunisino residente a Ravenna, titolare di permesso di soggiorno di lungo periodo rilasciatogli nel 2011 perché sposato con una cittadina italiana con la quale, peraltro, non conviveva più, rimpatriato dalla frontiera aerea di Roma-Fiumicino con volo diretto a Tunisi

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