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Terremoto, una scuola su tre è inagibile

Set 9, 2016

AMATRICE – Piove a tratti, sul cantiere di Amatrice. E sulle quarantanove tendopoli che ospitano 4.553 sfollati dal terremoto del 24 agosto. Sono ottanta persone in meno rispetto a quelle registrate a inizio settimana: le prime partenze per gli alberghi, le abitazioni dei parenti. Un’umidità cattiva entra nelle ossa e fa crescere il nervosismo del sindaco Sergio Pirozzi: “Dobbiamo togliere la mia gente dalle tende, subito”, dice dopo l’ultima, sfiancante riunione al Centro di coordinamento.

Dopo la prima mappa degli edifici colpiti realizzata dai vigili del fuoco dei Nis, la Protezione civile – attraverso le 107 squadre di ingegneri, architetti e geometri allargate sul territorio per sondare la tenuta dei palazzi pubblici – ha fin qui certificato che, su 480 edifici scolastici censiti, 149 oggi non possono ospitare studenti (il 31 per cento). E, nel dettaglio, 30 sono inagibili (il doppio di quelli certificati solo una settimana fa), 97 temporaneamente inagibili, 16 parzialmente inagibili, 3 con un rischio all’esterno e 3 da rivedere.

A Villa San Cipriano, 1.500 metri dal centro storico di Amatrice, sono stati posizionati a terra i ventidue moduli prefabbricati che ospiteranno duecento studenti della scuola omnicomprensiva “Romolo Capranica”, crollata in città. Una trentina di ragazzi del liceo, bisognosi di laboratori, saranno trasferiti nell’adiacente Palazzo dello sport, rimasto in piedi e già utilizzato per ospitare senza casa e merci donate. Nella scuola alberghiera di Rieti andranno gli studenti dell’alberghiero di Amatrice, inagibile dopo il sisma. I trenta alunni dell’elementare di Accumoli hanno raggiunto le famiglie negli alberghi di San Benedetto del Tronto: loro avranno classi nei container allestiti in quell’area. A Montegallo (Ascoli Piceno) la scuola sarà all’interno del campo dei volontari dell’Emilia Romagna, nei moduli in plastica. Spostamenti e allestimenti temporanei ci saranno ad Acquasanta e Arquata (Ascoli Piceno), Gualdo e Norcia (Perugia).

Sui restanti 84 palazzi pubblici controllati dai tecnici coordinati dalla Protezione civile, 27 sono parzialmente o totalmente inagibili: il 32 per cento. Cinque solo ad Amatrice.

Da ieri sera i vigili del fuoco hanno smesso di scavare anche ad Amatrice, dopo aver considerato chiuse prima le ricerche nel Comune e nelle tredici frazioni di Arquata del Tronto, poi ad Accumoli con i suoi diciassette paesi circostanti, infine nelle sessantanove frazioni di Amatrice. Ora gli “urban reserch and rescue” si sono fermati anche nel centro storico della città. Tecnicamente, non ci sono più dispersi: le squadre Usar si muoveranno solo di fronte a segnalazioni precise. Il mare delle macerie è troppo vasto per riuscire a battere ogni palmo.

Con il fermo dei vigili del fuoco la Protezione civile, dal suo centro Dicomac allestito a fianco della questura di Rieti, ha steso il primo bilancio ufficiale del sisma che ha sconvolto la Valle del Tronto. La parola “definitivo”, però, potrà arrivare solo nei prossimi giorni. Le vittime sono state 295, due ancora non identificate, 386 i feriti, 238 le persone salvate. Nel Comune largo di Amatrice sono scomparsi 234 tra uomini, donne e bambini, ventidue i minorenni. Undici i morti tra Accumoli e frazioni, 50 nella provincia di Ascoli Piceno (concentrati, quest’ultimi, nella frazione di Pescara del Tronto). Sono sei le province con comuni colpiti: Rieti, Ascoli, Perugia, L’Aquila, Macerata e Fermo.

Intanto, sono saliti a trenta gli edifici messi sotto sequestro dalla Procura di Rieti mentre, dopo un incontro con la Regione Lombardia, si è appurato come i container che hanno ospitato gli operai dell’Expo non siano utilizzabili per le famiglie terremotate: hanno un’unica stanza e non offrono la possibilità di cucinare.

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