Squadra che vince si cambia. Così, dal 22 al 26 settembre, Torino sfida il successo delle passate edizioni del Salone del Gusto (ospitato, insieme a Terra Madre, nelle strutture del Lingotto Fiere) e si trasforma in Terra Madre Salone del Gusto che si svolgerà tra il parco del Valentino, alcune residenze sabaude, palazzi storici, strade, castelli veri ed altri rifatti.
Il cibo anche come attrazione turistica per la città. Ma, al di là del tutto, le centinaia di migliaia di visitatori arriveranno per immergersi in un profluvio di odori, fragranze, sapori. Non una grande abbuffata – una prospettiva sempre respinta da Carlin Petrini, patron e creatore di Slow Food e del Salone – ma una grande occasione di conoscenza. Un giro del mondo ospitato a Torino, per imparare dai pescatori asiatici o dagli allevatori sudamericani, dai raccoglitori africani e dai pastori europei.
Rispettare la terra
“Voler bene alla terra” è il tema di questa edizione. Ed alla terra si può voler bene solo se si impara a conoscerla ed a rispettarla. Ma, inevitabilmente, la si conosce meglio gustandone i prodotti. E quest’anno saranno 57 i nuovi Presidi che si presenteranno per la prima volta alla manifestazione torinese. Portando, tra l’altro, il numero complessivo dei Presidi a quota 500 con l’inserimento del peperoncino serrano di Talola, in Messico. Un presidio totalmente femminile. Dei 57 nuovi ingressi, 28 sono italiani e ben 12 provengono dall’Abruzzo, a dimostrazione della capacità di reazione dopo il terremoto che aveva devastato l’Aquila. Gli altri presidi italiani arrivano da Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Campania, Calabria e Sicilia. Insieme al primo presidio nazionale italiano: l’olio extravergine di oliva.
Si spazia dalla pesca tradizionale nella laguna di Orbetello ai salumi rosa tradizionali bolognesi, dalla cipolla bianca di Fara Filiorum Petri alla salsiccia di fegato aquilana, dalle antiche mele dell’Etna allo zibibbo di Pizzo Calabro, dall’oliva caiazzana da mensa alla razza ovina pomarancina.
Le novità dal resto del mondo sono invece 29, provenienti da 18 Paesi di Europa, Americhe, Asia ed Africa. Anche in questo caso l’offerta è estremamente diversificata, dal salmone sockeye del fiume Okanagan (Canada) al caffè robusta di Sao Tomé e Principe, dal maiale glabro dello Yucatan (Messico) al tarwi peruviano, dall’indonesiano miele cingagoler di ape cerana al bulgaro pomodoro rosa di Kurtovo Konare, dalla vacca bionda del Waldviertel (Austria) alla macedone uva stanushina.
Cibo da strada davanti a Palazzo Reale
La nuova formula di Terra Madre Salone del Gusto non poteva ovviamente dimenticare il cibo di strada. Così, in Piazzetta Reale (di fronte a Palazzo Reale), arriveranno i Food truck provenienti da tutta Italia, con la presenza anche di cuochi stellati Michelin (Marco Sacco del Piccolo Lago di Verbania) che si metteranno in gioco con proposte che mescoleranno tradizione ed innovazione. Altri camion – sparsi per il centro cittadino – presenteranno invece il cibo da strada più tradizionale, a partire dal lampredotto, dalla focaccia di Recco, dal panzerotto, dal pesce fritto. E poi birre artigianali ai Murazzi. Ma anche i produttori hanno deciso di investire sull’immagine. Così il vermouth Cocchi si accorda con alcuni locali storici del centro per presentare un tour di assaggi mentre i formaggi di Beppino Occelli conquistano l’Armida, storico club di canottieri sulle rive del Po.
Obiettivo impatto zero
Voler bene alla terra, però, significa anche ridurre al minimo l’inquinamento. E sono stati previsti interventi per favorire l’utilizzo delle biciclette e dei mezzi pubblici, anche se una camminata tra gli stand è inevitabile. La logistica degli oltre 800 espositori potrà beneficiare di un magazzino da oltre 12mila mq, all’interno del parco del Valentino, con consegne esclusivamente ad impatto zero grazie a veicoli elettrici. Senza dimenticare l’impegno di mille volontari per facilitare lo smaltimento differenziato dei rifiuti.