AGI – Un sabato di tensione e proteste in diverse città italiane ha fatto da contraltare alle celebrazioni del Giorno della Memoria.
Le questure avevano chiesto agli organizzatori dei cortei pro-palestinesi di spostare ad altra date le manifestazioni annunciate, anche per evitare incidenti e fraintendimenti, ma molti gruppi hanno scelto di scendere ugualmente in piazza sventolando le bandiere della Palestina e scandendo slogan contro Israele e per la tregua a Gaza.
A Milano in 1.200 si sono radunati in piazzale Loreto e poi c’è stato il ripetuto tentativo di sfilare in corteo a Via Padova, a cui è seguito un contatto con i poliziotti e i carabinieri con lancio di bottiglie e petardi. A Roma un migliaio di attivisti pro Palestina si è dato appuntamento in piazza Vittorio Emanuele per un sit-in statico.
“Basta complicità con l’occupazione sionista, no ai rapporti commerciali e militari tra Italia e Israele”, era scritto su uno striscione.
A Milano le associazioni promotrici della manifestazione avevano spiegato in una conferenza di aver deciso “con amarezza” e “per senso di responsabilità” di rinviare il corteo alla domenica ma avevano insistito: “Cessate il fuoco è il messaggio che speriamo arrivi a Meloni, Piantedosi e al sindaco”. Poco dopo, però, in piazza sono arrivati altri gruppi che al grido di “corteo, corteo” e “assassini, assassini” hanno tentato di forzare il blocco delle forze dell’ordine per sfilare su Via Padova. Le forze dell’ordine hanno alzato gli scudi ed è volata qualche manganellata per respingere l’avanzata della folla che brandiva le aste delle bandiere.
Nella Capitale il punto di raduno è stato piazza Vittorio Emanuele dove studenti e attivisti dei collettivi e dei centri sociali hanno esposto un cartello con la scritta “I genocidi sono tutti uguali”. è stato esposto un manichino con la faccia del premier israeliano Benjamin Netanyahu, vestito da deportato con la stella di David, le mani incatenate e insanguinate.
Decine di manifestanti si sono radunati in piazza Castello, a Torino, per manifestare a favore della Palestina e “contro i genocidi”. Alcuni hanno messo nastro adesivo nero sulle bocche e hanno distribuito volantini per denunciare che in “Palestina il bilancio umano è terribile con circa 30mila morti”. A Cagliari c’è stato un sit-in a cui hanno partecipato oltre 200 manifestanti con slogan e striscioni a favore del popolo palestinese. Diverse le sigle presenti al corteo.
Il pomeriggio di tensioni stride con l’appello lanciato poche ore prima dalla senatrice a vita
Liliana Segre al conferimento della laurea honoris causa alla Statale di Milano. “Io sono una donna di pace e mi ha fatto sempre soffrire l’odio tra le parti, la vendetta che non concepisco”, aveva affermato confessando di avere difficoltà a dormire dal 7 ottobre per il pensiero dei tanti bambini uccisi.