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Telegram, l’anti-Whatsapp: ma Check Point svela una verità inquietante – Blasting News

Mag 9, 2018

Whatsapp resta in testa per livello di diffusione e capillarità tra le app di messaggistica multi piattaforma. E’ facile, però, evidenziare come molto spesso le alternative non manchino e siano piuttosto valide, quantomeno a livello di funzionalità. Di esse Telegram può tranquillamente essere considerata quella più influente e i numeri la danno in costante aumento. Tra i cavalli di battaglia che vengono vantati dagli utenti che la usano in maniera preferenziale ci sono un ventaglio di funzionalità che gli altri non hanno (bot e stickers, ad esempio) e soprattutto gli elevatissimi standard di sicurezza [VIDEO]. Proprio quest’ultimo aspetto fa ingolosire anche chi non fa del rispetto della legge la propria filosofia di vita.

A raccontarlo ci sono le ultime notizie giunte agli onori della cronaca informatica.

Telegram: la verità venuta a galla

Lo studio di una nota società di sicurezza che risponde al nome di Check Point Software Technologies ha portato a galla una verità che si può definire quantomeno inquietante. Pare, infatti, che Telegram rappresenti la piattaforma utilizzata in maniera costante da hacker e cyber-criminali in merito. Gli elevati standard di sicurezza delle conversazioni risultano muri da valicare [VIDEO]anche per la autorità, ragion per cui rappresentano l’humus migliore dove far circolare informazioni riservate e finalizzate a piani criminosi. A fare la differenza è la cosiddetta crittografia “end to end”, simile a quella di Whatsapp ma, probabilmente, ancor meno invalicabile.

Telegram per lo scambio di comunicazioni viene addirittura considerato dell’ormai rimpiazzato Dark Web che, un tempo, attraverso la piattaforma Tor rappresentava il sistema attraverso cui hacker e criminali preferivano comunicare.

Telegram: ufficio di collocamento per Hacker?

Sulla piattaforma esisterebbero molteplici canali clandestini, ma la cosa che potrebbe suscitare scalpore riguarderebbe la presenza di gruppi in cui vengono messi dei veri e propri annunci per individui capaci di svolgere il “lavoro”. Oltre al reclutamento, sarebbe possibile acquistare alcuni tra i più sofisticati strumenti necessari ad opere di hacking e, a quanto pare, conoscendo le giuste coordinate si può addirittura andare a reperire luoghi virtuali su cui trovare “documenti rubati”. Attorno a queste verità inquietanti, c’è un app che riserva diverse opportunità per gli utenti che ne vogliono fare un uso fruttuoso e legale. Stanno, ad esempio, dilagando i gruppi che fungono da luogo di scambio di informazioni su un dato argomento ed anche quei canali che consentono a siti, influencer e blogger di veicolare le proprie informazioni sfruttando un app di messaggistica e le conseguenti notifiche push personalizzabili.

In pochi sono, inoltre, a conoscenza del fatto che ci si può scambiare il contatto Telegram senza necessità di rivelare il proprio numero di telefono, un aspetto da non tralasciare considerando che le app rivali come Whatsapp e Telegram non permettono lo stesso tipo di approccio.

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