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Telecom e Enel, come si è giunti alla guerra della fibra

Gen 26, 2017

Mai si era visto in Italia un tale sommovimento tellurico nel settore delle telecomunicazioni. Telecom Italia che satura la sua area stampa online con comunicati che parlano dell’arrivo della fibra 100 Mega a Fossombrone e Priverno.No, dico: Fossombrone! 9800 anime nella provincia di Pesaro e Urbino. Enel Open Fiber che sbanca nel primo bando Infratel dedicato alle aree a fallimento di mercato e poi conferma di aver già coperto il 50% di Perugia con fibra 1000 Mbps.

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Ma che succede? Diciamo che più elementi, come una sorta di grande Tetris meccanico, hanno trovato il loro giusto posizionamento per far girare la macchina. Prima di tutto oggi esiste una potenziale domanda per la fibra. E l’oggetto del desiderio si chiama streaming video – o TV online.

Niente di nuovo. In tutti i paesi del mondo, in ambito consumer, è stato lo streaming l’elemento di traino per i servizi di connettività premium. Ha contribuito anche la pirateria, ma certamente non altri segmenti. In Italia con il consolidamento di Netflix, TIMVision, Infinity, Sky Now e CHiliTV si parla di un audience pagante di circa 700mila persone – ma il potenziale è di 1 milione secondo gli addetti ai lavori.

Netflix è accreditato di circa 280mila abbonati – di cui 110mila paganti e gli altri in prova. TIMVision ne vanta 500mila grazie al fatto che molte sue offerte di connettività includono gratuitamente il servizio. Gli altri viaggiano sulla soglia (fluttuante) delle 100mila unità.

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Il dato complessivo non è male considerato che l’ultimo report Audiweb stima una platea web mensile di circa 30 milioni di utenti unici di cui il 46,2% PC e il 58,5% mobile. E anche che la digital audience vale il 54,7% della popolazione.

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Dati Audiweb novembre 2016

A questi due dati bisognerebbe aggiungere almeno tre elementi per completare il quadro. Il primo è che la velocità media italiana, rilevata da Akamai, è di 8,2 Mbps (28° posto in Europa). Il secondo è che solo 1 italiano su 10 si abbona ai servizi fibra, pur godendo della copertura. Il terzo è che il 30% degli italiani non è mai andato su Internet per disinteresse o mancanza di competenze.

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Ora, il grande pubblico è attirato da video e televisione online con un occhio di riguardo nei confronti del risparmio. Le piattaforme streaming sono piuttosto economiche e considerata l’offerta di film e serie TV decisamente più abbordabili e flessibili della pay TV tradizionale. Ecco quindi un polo di attrazione.

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DESI, uso Internet

Non meno importante il fatto che la pirateria ormai offre contenuti HD, Full HD e 4K, che hanno bisogno di servizi veloci per non rendere biblica ogni operazione di download. Sì, è un comportamento illegale ma molto diffuso. Che a onor del vero ha contribuito alla vendita dei servizi broadband sempre più veloci negli ultimi 10 anni.

Telecom Italia negli anni ha stabilito un ritmo di sviluppo della rete in relazione alla gestione dei suoi bilanci più che la domanda. Legittimo, considerato il debito di decine di miliardi che aveva accumulato grazie ad alcune gestioni un po’ garibaldine.

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L’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi – bisogna riconoscerglielo – ha fatto l’impensabile fino a qualche anno fa: ha contribuito alla creazione di un avversario. Enel Open Fiber che oggi si vanta giustamente di aver mantenuto ogni promessa a Perugia, in verità prima dell’endorsement renziano sembrava girare un po’ a vuoto nel “realizzare”. E prima di lei aveva fatto lo stesso Metroweb. Entrambe avevano annunciato grandi progetti di sviluppo, ma senza le adeguate coperture finanziarie. Non è un caso che l’anno scorso si sia realizzata l’acquisizione.

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Nel novembre 2015 l’AD di Enel Francesco Starace annunciò un piano di cablaggio in fibra che avrebbe dovuto approfittare del programmato cambio dei contatori elettrici. Da quel progetto un po’ fumoso molto è cambiato e oggi grazie anche all’acquisizione di Metroweb siamo giunti alla promessa di coprire 224 città in partnerhip con altri operatori. Le prime saranno Bari, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Napoli, Padova, Palermo, Perugia e Venezia.

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Metroweb fece lo stesso nel lontano marzo 2012 annunciando un programma di cablaggio per 30 città. Com’è risaputo la sua infrastruttura attuale comprende solo Milano, Torino, Bologna e Genova.

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Il piano Metroweb 2012

Insomma, la chiave di volta è stata prettamente finanziaria, oltre che politica. Il Governo Renzi schierandosi con Enel non solo ha favorito la corsa all’acquisizione di Metroweb ma anche messo in chiaro il rapporto con l’ex monopolista.

Telecom Italia in effetti avrebbe dovuto fare di più, in qualità di detentore di una rete nazionale da 10,4 milioni di km di fibra ottica e 115,5 milioni di km di coppie di fibra in rame. Oggi sconta la nascita di un pericoloso avversario che deve la sua forza non tanto al suo assett nelle telecomunicazioni bensì al suo potenziale.

Se si guarda solo ai numeri, quindi i km di fibra, tutti i cosiddetti operatori TLC alternativi risultano comprimari. Fastweb dichiara di avere una rete lunga 41.000 km di fibra, contenente oltre 2 milioni di km di fibra ottica. Metroweb dichiara 7.200 km di fibra, contenente 324.000 km di cavi nella zona metropolitana di Milano e qualcosa di meno su Torino, Genova e Bologna. Vodafone possiede qualche migliaio di km di fibra in poche città. Di fatto tutti gli ISP o si affidano a propri risicati tratti o noleggiano all’ingrosso – soprattutto da Telecom, Metroweb e qualche realtà locale.

In uno scenario come questo Enel Open Fiber mette in gioco i suoi cavidotti e le infrastrutture aeree, ma sempre condizionata dalle partnership con gli operatori. Se si esclude ovviamente la partecipazione ai bandi Infratel per le aree a fallimento di mercato, dove lo Stato finanzia.

In alcune città si sta manifestando il rischio di una doppia rete (Telecom e Enel) ma è verosimile pensare che la criticità sia dovuta a questa fase iniziale. In fondo si sono create due cordate: da una parte Telecom e Fastweb, dall’altra Enel e gli altri operatori.

Con Telecom che gioca marcando stretto Enel in ogni area dove annuncia la sua presenza. Fastweb concentrata nel migliorare le performance dei suoi attuali clienti e ampliare la base noleggiando fibra dall’ex monopolista. E tutti gli altri che si comportano da battitori liberi scegliendo fornitore in base alle esigenze strategiche del momento relazionate al territorio.

Per una volta possiamo essere fiduciosi, ma attendiamo almeno l’ultimo rapporto AGCOM 2017 per sapere se effettivamente gli operatori avranno mantenuto ogni promessa.

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