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Tecnologia La Russia fa uno sgarbo a Microsoft e banna LinkedIn. È la guerra dei… – Il Sole 24 Ore

Gen 9, 2017

Prima il sito, adesso anche la App. Non c’ pi spazio per LinkedIn in Russia. Dal Cremlino arrivato l’ordine perentorio a Google ed Apple di rimuovere l’applicazione del social network per professionisti dal loro store, dopo che il sito era gi offline da un paio di mesi. E in poche ore LinkedIn sparito – per gli utenti russi – sia da Android che da iOS. Una decisione, quella sovietica, che arriva a pochi giorni di distanza da un’altra azione simile. Il 23 dicembre scorso, infatti, era stato il governo cinese a chiedere ad Apple di rimuovere dal suo store l’applicazione del New York Times.

Due censure abbastanza pesanti, seppur diverse l’una dall’altra. Pechino, infatti, ha ordinato di “bannare” l’app del celebre giornale americano mentre un suo giornalista stava lavorando a un’inchiesta sui sussidi miliardari concessi a una fabbrica di iPhone controllata da Foxcconn e situata a Zhengzhou. E anche se la versione ufficiale parla di violazione di alcune leggi cinesi, l’ipotesi della censura mediatica molto consistente.

Una questione di dati

Da Mosca, invece, ne fanno una questione di dati e datacenter. Un argomento quanto mai attuale, e verso il quale anche l’Europa s’ mossa con un piano di data protecnion. La nuova guerra dei dati sta ridefinendo gli equilibri geopolitici e gli Stati sono molto attenti. Molti Paesi, tra i quali anche gli Stati Uniti, obbligano i servizi di cloud a conservare i dati dentro al territorio nazionale. In Australia una legge vieta l’esportazione di dati sensibili relativi alla salute dei propri cittadini.

In Russia, per volere del Cremlino, qualsiasi sito o App deve possedere data center nel Paese. La ragione abbastanza chiara: Putin e i suoi mal digeriscono il fatto che un servizio straniero possa portare informazioni fuori dai confini russi. Una legge ad hoc, del resto, chiarisce che proprio a causa di un’azione mirata alla protezione dei dati, qualsiasi servizio deve memorizzare le informazioni sugli utenti russi in server ubicati all’interno del Paese. LinkedIn non lo ha fatto, ed stato rimosso. Un portavoce di LinkedIn ha confermato la rimozione della app dagli store di Google e Apple: Siamo delusi dal blocco di LinkedIn operato dal Roskomnadzor (il regolatore russo delle tlc, ndr) ha dichiarato al sito Recode, aggiungendo che tale scelta “nega l’accesso ai nostri membri in Russia e alle societ che usano LinkedIn per far crescere il proprio business.

un attacco a Microsoft

Quello che maggiormente colpisce di tutta questa storia un particolare che non pu pi passare inosservato. LinkedIn non pi semplicemente un social network di successo nato in California ed esploso negli anni, ma uno strumento di propriet di Microsoft, che lo ha acquistato nel corso del 2016 per 26,2 miliardi di dollari. Ed per questo che un’azione contro LinkedIn oggi un’azione contro Microsoft, terza azienda (per valutazione) al mondo e – secondo alcuni analisti – colosso candidato numero uno a sfondare la quota dei mille miliardi di dollari. Microsoft un titano dell’economia statunitense, e questa mossa del Cremlino arriva in un momento molto delicato per i rapporti fra i due Paesi. Il neo presidente USA Donald Trump, accusato di essere amico dei russi (aiutato dai russi), proprio ieri su Facebook ha scritto che avere buoni rapporti con la Russia un’ottima notizia, non una cattiva notizia. Lo stesso Trump, tuttavia, ha gi mostrato le sue aspirazioni protezionistiche, richiamando Ford e General Motors. E adesso, questo questo sgarbo russo a Microsoft, quali conseguenze avr?

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