Sin dalle prime prove libere del Gran Premio del Qatar tutto è andato a rotoli. Un qualcosa che abbiamo riportato nelle nostre consuete analisi sulla Ferrari. Oggi è tempo di fare un breve recap, che riguarda tutto il fine settimana di gara relativo alla Rossa. Un qualcosa che ci permetterà di arrivare a una precisa conclusione che, inutile dirlo, preoccupa e non poco in vista del prossimo futuro targato 2026.
Prove libere 1: la doccia fredda Ferrari
La prima e unica sessione di libere ci fa capire quanto il team di Maranello sia arrivato senza la giusta preparazione. Un fatto che ci spiega da una parte i problemi di una vettura fallimentare, dall’altra l’incapacità di mettere in pista la miglior versione dell’auto. Scenario che si è ripetuto sempre quando il fine settimana di gara comprendeva il formato sprint, con i soli 60 minuti a disposizione per costruire il setup.
Bozzi: “Cosa ci puoi dire sull’handling?“
Leclerc: “Non sento nulla, sono davvero molto frustrato. Non so nemmeno fornirvi un feedback su dove sia il bilanciamento dell’auto.“
Bozzi: “Hai bisogno di qualche aggiustamento al carico o ritocco al setup?“
Leclerc: “Come vi ho detto, non sento la macchina, non saprei cosa dire. Avete la possibilità di leggere i dati? Perché io non ho proprio il feeling con l’auto.“
Queste parole sottolineano come il monegasco non fosse in grado di sviluppare il suo solito lavoro, fornendo le indicazioni verso la strada di messa a punto corretta. Si è pertanto andati a sensazione, perdendo completamente il punto di lavoro corretto dell’auto che, a conti fatti, non ha funzionato come doveva. Per questo non è stato possibile individuare i punti deboli e poi cercare di correggerli.
Qualifica Sprint: sfoghi e delusioni dei ferraristi
Come sappiamo, Hamilton è caduto ancora una volta in Q1. Un’eliminazione che pesa maggiormente rispetto al Gran Premio degli Stati Uniti, dove la pioggia aveva complicato tremendamente le cose. Venerdì sera a Lusail, invece, la pista era in perfette condizioni. La colpa di una vettura lenta e inguidabile va pertanto solamente attribuita alla monoposto. Lewis aveva già le idee chiare sulla SF-25, sapendo che non sarebbe cambiato nulla.
Adami: “Ci dispiace, Lewis…“
Hamilton: “La vettura non andrà più veloce di così…“
Leclerc riesce a fare il miracolo portando la Rossa in Q3, dove però la pochezza prestazionale della vettura emerge chiaramente, confinando il ferrarista a una prestazione molto scialba. Al termine della sessione, ecco l’ulteriore sfogo per il traffico di Sainz, che a suo modo di vedere lo ha rallentato. Va detto che la track position non era buona per colpa del team, che ha sbagliato il timing. E va bene così…
Leclerc: “È davvero incredibile… per l’amor del cielo…“
Bryan: “Siamo spiacenti di quello che è successo, Charles.“
Leclerc: “Non ti preoccupare… va bene così. Oggi lo fa lui, la prossima volta sarò io a dargli fastidio. Per il resto, possono dire che siamo comunque troppo lenti. Per di più l’auto è strana. C’è qualche danno derivato dai cordoli che ho preso troppo forte?”
Sprint race, debacle Ferrari: peggio di come si è partiti
La Sprint Race del Qatar ha messo in luce diversi aspetti poi ribaditi nella gara domenicale: Ferrari ha dimostrato che non ha capito nulla nemmeno con più benzina a bordo. Dopo la mini-gara da 100 chilometri, corsa a margine di una qualifica di per sé già pessima, la reazione dei ferraristi è disarmante. Interventi via radio dei protagonisti, carichi di domande e delusione, per due vetture che non stavano in strada.
Leclerc: “Dobbiamo essere bravi a studiare bene cosa stia succedendo con l’auto. Nel mio primo giro ho pensato che sarei andato a sbattere contro le barriere rompendo la vettura. Dal box avete notato qualcosa di strano?“
Bozzi: “Dobbiamo ancora analizzare bene; al momento abbiamo notato la mancanza dell’asse anteriore. Per il resto non sappiamo nulla…”
Adami: “Lewis, ti siamo grati per averci seguito in tutte le operazioni che ti abbiamo richiesto, nel tentativo di raccogliere dati sull’auto.“
Hamilton: “Non c’è problema, peccato che invece di migliorare le cose abbiamo peggiorato la situazione. Va fatta un’analisi precisa sul passo e su cosa sia successo…“
Qualifica Gara: replay prestazionale di quella precedente
Nella seconda sessione classificatoria del Gran Premio del Qatar non è cambiato nulla. Malgrado la possibilità di mettere mano alla vettura, cosa che in effetti gli ingegneri della Rossa hanno fatto, le due SF-25 hanno mantenuto il medesimo comportamento limitante. Va detto che il bilanciamento era migliore, ma carenza e lentezza della vettura erano sempre lì, producendo un contesto relativo alle prestazioni identico.
Ancora una volta, il sette volte campione del mondo viene eliminato in Q1. Questa volta preferisce non proferire parola, limitandosi a scuotere il capo in segno di disapprovazione. Per Charles la qualifica procede e arriva in Q3, dove, e non poteva essere altrimenti, si palesa lo scenario atteso: la numero 16 non ha nessun appiglio al quale aggrapparsi per fare meglio degli altri. Ha solo gomme usate e va pure in testacoda. Alla fine è decimo.
Leclerc: “Davvero incredibile, ancora una volta. P**ca p****na. Ma che diavolo succede. È troppo frustrante una situazione del genere…“
Bozzi: “Charles, siamo spiacenti… procedi verso i box.“
Leclerc: “Alla fine in che posizione siamo? P9 o P10?“
Bozzi: “Per ora occupiamo la nona posizione, ma dovremmo scivolare alla decima…“
GP Qatar: una corsa tanto per tenersi allenati
Sulla distanza dei 300 chilometri, l’unico obiettivo del team è quello di portare al traguardo le vetture. Hamilton, dodicesimo, recupera tre posizioni in partenza più altre due per ritiri e problemi tecnici. Leclerc arriva ottavo per la stessa ragione. Questa volta è Charles che preferisce il silenzio, mentre Lewis spiaccica due parole in croce.
Bozzi: “Siamo arrivati ottavi, fai il solito pick up.“
Leclerc: “…… …… …..“
Bozzi: “Rientra in pitlane.”
Leclerc: “….. …… …..“
Adami: “Siamo dodicesimi, Lewis.“
Hamilton: “Oggi qualche pilota è riuscito a sorpassare?“
Adami: “Ci è riuscito Norris su Antonelli alla fine della gara, con una gomma più fresca. Forse oggi potevamo ottenere un decimo posto senza il problema con la sosta ai box.“
Hamilton: “Eh sì…“
L’allarme Ferrari per un gruppo di lavoro che non funziona
In questo ultimo fine settimana di gara emerge un fatto allarmante: Ferrari non ha saputo minimamente correggere i comportamenti dell’auto. Nessuna modifica è valsa la pena. Ma quello che preoccupa ancora di più sono le parole di Leclerc una volta sceso dalla vettura. Il monegasco racconta che soffrire in questo modo non può essere giustificato dal maggiore interesse speso verso l’auto 2026.
Inoltre racconta che, prima di scendere in pista con la SF-25 per la prima volta, era convinto che la monoposto fosse molto buona e che potesse giocarsela per il mondiale. Questo ci fa capire quanto poco la Ferrari sia in grado di capire e prevedere cosa succeda poi in pista, oltre alla manifesta incapacità di correggere i problemi. Un quadro del genere preoccupa e non poco pensando al futuro.
Tra poco più di due mesi arrivano i primi test in Spagna sulle nuove vetture che, come sappiamo, nascono da un regolamento tecnico profondamente modificato in tutte le sue parti: gomme, telaio, motori e aerodinamica. Da questo punto nascono inquietudini e perplessità verso il domani, considerando che il gruppo di lavoro che in una stagione intera non sa ancora capire la SF-25 è lo stesso che ha prodotto la nuova vettura.