Usciti dal tunnel del Covid, i tassisti italiani sono ancora in fila. Ma stavolta non aspettano clienti: aspettano numeri migliori. Nel 2020 la pandemia aveva svuotato le strade e i conti correnti, con cali a doppia cifra e guadagni medi annuali crollati sotto i quattromila euro. Oggi, a distanza di tre anni, i dati ufficiali del Dipartimento delle Finanze del Mef raccontano una ripresa solo apparente, una fiammella che non scalda nessuno.
Secondo le ultime dichiarazioni dei redditi disponibili – anno fiscale 2023 – i conducenti di auto bianche hanno incassato in media 17.904 euro lordi l’anno. Tradotto: circa 1.492 euro al mese, tasse e contributi esclusi. Un incremento medio di 208 euro mensili rispetto all’anno precedente. Troppo poco per parlare di vera risalita, troppo poco per tirare un sospiro di sollievo dopo anni di corse vuote, notti in attesa e benzina pagata di tasca propria.
Firenze e Milano tirano, Palermo arranca
A reggere il passo sono le grandi piazze turistiche e d’affari. A Firenze, per esempio, i tassisti dichiarano in media 24.160 euro lordi all’anno: +3.509 euro (+17%) rispetto al 2022. Una boccata d’ossigeno trainata dal ritorno dei visitatori stranieri e dal caro prezzi. Milano segue a ruota: 22.551 euro di media, +15,2% in un anno. Nella capitale economica, il tassametro gira ancora abbastanza per garantire ai conducenti quasi 1.900 euro lordi al mese. Ma basta scendere lungo la penisola per vedere lo stallo. Roma sfiora i 16mila euro lordi annui, pari a 1.310 euro al mese. Napoli arranca poco sopra i 12mila, nonostante un balzo del +25% rispetto al 2022. Palermo resta fanalino di coda: 10mila euro lordi, meno di 900 euro al mese.
Il Pos obbligatorio: tracciabilità o illusione?
Quest’anno è scattato l’obbligo di avere a bordo il Pos per i pagamenti elettronici. Sulla carta è un passo verso la trasparenza fiscale. Nella realtà, gli addetti ai lavori sanno bene che la ricevuta della corsa resta spesso carta straccia per l’erario: finché i controlli restano sporadici, chi vuole arrotondare in nero trova la scorciatoia. E le cifre medie restano inchiodate, con variazioni minime tra città e città. Per molti, l’effetto vero si vedrà solo tra due anni, quando usciranno i dati 2025. Sarà quello il banco di prova per capire se la svolta digitale avrà davvero inciso sulle dichiarazioni.
Dietro i numeri, turni infiniti
In mezzo, ci sono vite spese tra turni di 10-12 ore, licenze care come oro, auto da mantenere e costi che non calano mai. Non basta più solo guidare: servono ore su ore in strada, fiere da presidiare, eventi da intercettare, bagagli da caricare a qualsiasi ora. A Milano, invece, la musica cambia. Tra fiere, eventi e un traffico mai domo, i taxi restano una costante. Ma il margine si assottiglia. I numeri del Mef sono provvisori, ma non lasciano spazio a illusioni. Da anni la media dei redditi dei tassisti italiani si muove poco, oscillando tra i 15 e i 20mila euro lordi l’anno. Con buona pace dei proclami sulla modernizzazione del servizio e la digitalizzazione dei pagamenti. Il resto è gestione quotidiana, per un bilancio che non regge se i clienti continuano a scarseggiare.