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Tassisti e commesse a lezione di storia, così Ischia rilancia il suo turismo

Feb 7, 2018

“Abbiamo smesso di raccontare il nostro territorio. Ed è un peccato”. Così il sindaco di Ischia manda i suoi cittadini a lezione di storia.

L’obiettivo? Accogliere nel miglior modo possibile i turisti. Tassisti e commesse, portieri d’albergo e baristi, ma anche vigili e netturbini: perché su un’isola turistica, l’accoglienza è un affare collettivo. Nasce così “Benvenuti a Ischia”, il corso di formazione gratuito che il Comune rivolge a tutti i cittadini con un obiettivo dichiarato: “Affinché imparino ad amare l’isola per farla conoscere al meglio al turista”.

Una full immersion di un mese, dal 14 febbraio al 14 marzo, per esplorare, con l’ausilio di un pool di esperti (tra i quali archeologi e ricercatori) passato e presente di un territorio ricchissimo di spunti, partendo dai grandi classici (il Castello aragonese, il borgo di Ischia Ponte, l’acquedotto dei Pilastri, la Torre di Sant’Anna) per toccare anche e soprattutto gli aspetti meno noti (il prezioso ma misconosciuto tondo di Marco Aurelio, per esempio, un piccolo isolotto in pietra al centro di uno scambio di lettere tra il principe romano e il suo maestro Frontone).

E ancora: l’enogastronomia, il borgo contadino di Campagnano, la storia eruttiva dell’isola, le pinete e la macchia mediterranea. Dal laboratorio di ecologia del Benthos del Dohrn salirà in cattedra Maria Cristina Gambi, che parlerà di biodiversità e scienza, soffermandosi in particolare su quelle “bollicine” di anidride carbonica che emergono in più punti sommersi (i turisti amanti di snorkeling ne vanno pazzi) e che – fenomeno di vulcanesimo secondario che fa di Ischia un laboratorio studiato da ricercatori di tutto il mondo – raccontano, ahinoi, il mare che sarà. Più acido, e con meno vita.

Insomma, ce n’è abbastanza perché ciascuno – tra gli operatori del turismo – approfondisca conoscenze non di rado superficiali, facendosi testimonial diretto, nel contatto con i turisti, di monumenti e leggende, antiche storie e angoli da scoprire spesso non adeguatamente suggeriti da chi ha il privilegio di accogliere. Nell’era delle informazioni condivise e di facile accesso via smartphone, l’idea che anima l’amministrazione di Ischia è che i primi “storyteller” continuino a essere i cittadini, in particolare gli operatori del turismo, custodi possibilmente orgogliosi della bellezza del proprio territorio.

“Proprio così. – conferma il sindaco, Enzo Ferrandino – Credo che un po’ si sia perso lo spirito d’accoglienza

che in passato caratterizzava la nostra gente e da cui dipende il futuro turistico dell’isola. Avete presente la parola “cunto”? Ha un duplice significato: non vorrei che più che a raccontare ci siamo messi a contare”. Gli incassi, per esempio: chiaro. Ed è per questo che gli ischitani sono chiamati a riprendersi la propria storia. Per condividerla, raccontando e raccontandosi, in nome di una vocazione ultradecennale all’accoglienza.

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