MILANO – La questione delle fatture a 28 giorni, invece che a 30, nel campo delle Tlc, “è una cosa che va messa a posto il più rapidamente possibile, perché è una cosa inaccettabile”. Così il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, a margine della cabina di regia per l’Italia internazionale. A chi gli chiedeva della possibilità di intervenire sulla questione con un emendamento in manovra (come ipotizzato nei giorni scorsi), ha ribadito che occorre trovare una soluzione “il più rapidamente possibile”.
A marzo era intervenuta l’Agcom, ma senza successo perché aveva dato 90 giorni agli operatori per adeguarsi. Con una delibera, l’Authority aveva abolito quelle a 28 giorni su rete fissa, telefono, Adsl o fibra ottica, imponendo canoni solo mensili. L’Autorità garante delle comunicazioni aveva chiesto a Vodafone e Wind di cambiare le proprie offerte, anche per gli utenti già attivi. A Fastweb e Tim di bloccare il passaggio annunciato (ma ancora non attivo) a offerte a 28 giorni. Tutti gli operatori, su fisso e mobile, sono passati o stavano passando, infatti, a questo tipo di tariffazione, che fa scattare l’addebito ogni quattro settimane invece che ogni mese.
A settembre poi l’Autorità per le Comunicazioni, relatore il Commissario Francesco Posteraro, ha avviato procedimenti sanzionatori nei confronti di Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb. I quattro operatori telefonici non hanno infatti rispettato la delibera di marzo. Gli obiettivi dell’Autorità sono garantire massima trasparenza e confrontabilità dei prezzi e permettere al consumatore il controllo dei consumi e della spesa. In quell’occasione l’Autorità ha inviato un segnale, sia pure cifrato, anche a Sky, che dal primo ottobre è passata a una fatturazione a 28 giorni, accantonando quella mensile. L’intento è di evitare un effetto di “trascinamento” e un contagio anche al mercato della pay-tv. In questo specifico segmento, l’Autorità è competente per i pacchetti telefonia più televisione a pagamento.