LECCE – Non c’è pace tra gli ulivi di Melendugno, dove la multinazionale Tap va avanti nella realizzazione del gasdotto che porterà in Europa il gas dell’Azerbaijan mentre attivisti e cittadini continuano nell’opera di opposizione e disturbo. Il duro braccio di ferro prosegue da una settimana, in concomitanza con le operazioni di potatura degli ulivi sul tracciato del gasdotto: finora ne sono stati sistemati 1070 su 1848, senza che i proprietari potessero preventivamente raccogliere le olive, dal momento che gli alberi – in virtù degli accordi di servitù – sono nell’esclusiva disponibilità della società.
Per questo alcune decine di attivisti, che da giorni cercano di rallentare i lavori della ditta Mello, nella convinzione che le potature siano effettuate in maniera troppo radicale. A documentare le manifestazioni nelle campagne è arrivato anche un giornalista svedese, che è stato bloccato dalla polizia dopo aver utilizzato un drone per riprendere dall’alto quanto stava accadendo a Melendugno.
Il giovane – che lavora per l’associazione ambientalista internazionale 350.org – è stato strattonato e ha riportato alcune contusioni, refertate al pronto soccorso di Galatina. La sua intenzione è di sporgere denuncia contro gli agenti mentre gli investigatori della Questura di Lecce sono al lavoro per verificare la sua identità, il motivo per cui si trova in Salento e l’eventuale autorizzazione ad utilizzare il drone.
Contestualmente la polizia ha messo insieme una ricca documentazione fotografica sul danneggiamento di alcuni muretti a secco, nella zona in cui vengono potati gli ulivi da Tap, utilizzati per costruire le barricate per rallentare il passaggio dei mezzi della ditta Mello e delle forze dell’ordine. Dalle immagini si cerca di ricostruire l’identità delle persone che hanno spostato i pezzi di pietre, al fine di consegnare alla Procura i nomi di coloro ai quali potrebbero essere attribuiti eventuali reati.
All’inizio dell’estate un centinaio di manifestanti
furono multati a causa del blocco stradale notturno effettuato il 4 luglio sulla strada Lecce-Melendugno, per bloccare i camion che trasportavano gli ulivi espiantati. I verbali preannunciavano sanzioni da 2.500 a 10.000 euro, che avrebbero dovuto essere successivamente irrogate dalla Prefettura di Lecce. A distanza di tre mesi, tuttavia, l’avviso di multe non ha avuto seguito.