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Tagli alla solidarietà, la Croce Rossa: “Ci obbligano a licenziare”

Mag 3, 2019

La politica del Governo contro il Terzo Settore comincia ad avere conseguenze pesanti: la Croce Rossa di Roma ha avviato con i sindacati la procedura di licenziamento collettivo per circa un terzo dei suoi dipendenti. “La nostra è una via obbligata non una scelta”, dice il direttore, Pietro Giulio Mariani. “La scelta di non partecipare alla nuova gara per l’accoglienza delle persone migranti”.

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Come denunciato ieri da Repubblica, per il mondo della solidarietà è sempre più complesso portare avanti progetti di accoglienza articolati per le persone migranti. La riduzione da 35 euro a 25 al giorno per l’accoglienza dei richiedenti asilo obbliga infatti le associazioni a limitarsi, quando riescono, a fornire con difficoltà soltanto vitto e alloggio. Si calcola che nel settore dell’accoglienza siano già stati persi 20mila posti di lavoro di giovani italiani e l’annuncio di oggi della Croce Rossa conferma la crisi.

“La riduzione della diaria – spiega infatti Mariani – determinata dalla nuova strutturazione dei servizi previsti dal Ministero, ci impedisce di garantire gli attuali livelli occupazionali”. “Il taglio, purtroppo, riguarderà più di 60 persone, ai quali si aggiungono professionisti, partner e fornitori coinvolti nei servizi – sottolinea il direttore della Croce Rossa -. Questo drammatico processo si aggiunge e aggrava ulteriormente le ampie difficoltà di pagamento causate dai mancati rimborsi da parte delle Pubbliche Amministrazioni (quali Prefettura, Comune di Roma e altri Comuni del Lazio, ed altri Enti). La ormai prossima chiusura dei centri d’accoglienza impone all’Associazione di ridurre il personale così in esubero che, altrimenti, comporterebbe un aggravio di costi non sostenibili”.

In una nota rilasciata dall’Associazione si legge anche: “La Croce Rossa di Roma ha partecipato al sistema dell’accoglienza sul territorio romano ed è grazie a seri professionisti e operatori se, non l’associazione, quanto il sistema messo in piedi si è potuto reggere. Purtroppo, un cambio radicale di approccio e governo del fenomeno impone cambiamenti radicali anche a noi”.

“Quanto ancora si potranno sostenere i mancati rimborsi non è prevedibile e sostenibile, soprattutto per il personale che continua a garantire i servizi di pubblico interesse senza essere regolarmente remunerato. Non si può fare leva solo sulla professionalità, la dedizione e la disponibilità dei professionisti coinvolti per garantire dei servizi essenziali per la comunità, il cui pagamento puntuale, da parte della pubblica amministrazione, è condizione imprescindibile per garantirne la continuità”.

“Non è però mettendo in ginocchio l’associazionismo che si riforma il sistema. Anzi, spesso, sono le organizzazioni di volontariato sostenute del lavoro di professionisti che sostituiscono politiche di welfare poco efficaci. Oggi, quello che possiamo dire è che non smettiamo di combattere per essere presenti sul territorio e nelle comunità che assistiamo. Per noi la parola licenziamento è imposta dalle regole e dalla realtà, ma Croce Rossa è e continuerà ad essere parte di un sistema che accoglie i più deboli”.

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