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Superbonus, un volano da 6 miliardi all’anno: ecco perché i costruttori chiedono la proroga

Dic 3, 2020
MILANO – Una misura “centrale” per il Paese, sulla cui proroga nessuno solleva dubbi mentre si ragiona di come farla. Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, è tornato ad alimentare le speranze per un estensione dell’attuale scadenza (31 dicembre 2021) per usufruire del Superbonus al 110% per gli importanti lavori di efficientamento energetico degli immobili (riscaldamenti, cappotto termico) al cui traino si può intervenire con la maxiagevolazione anche all’interno dei singoli appartamenti.

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Di una proroga “fondamentale” parla l’Ance, che indica in almeno due anni ulteriori la finestra necessaria per massimizzare l’efficacia dello strumento. D’altra parte, è servito del tempo perché tutti i tasselli regolamentari andassero a posto per permettere l’avvio degli interventi. Ma la situazione pandemica, a cominicare dalla difficoltà di tenere le assemblee condominiali che devono prima valutare l’opportunità dei lavori, poi vagliare i preventivi e quindi passare alla fase operativa, sta rallentando l’avvio di una misura verso la quale ogni parte della filiera mostra interesse. Anche le banche e gli istituti finanziari, che vi hanno dedicato prodotti ad hoc.

Secondo l’Associazione nazionale dei costruttori edili, la spesa aggiuntiva legata al Superbonus si può stimare in 6 miliardi l’anno. “Tale maggior ammontare prodotto nelle costruzioni genererebbe un effetto totale sull’economia di 21 miliardi di euro, ovvero oltre 1 punto percentuale di Pil ogni anno. A ciò si aggiungano anche gli importanti effetti sull’occupazione, con un incremento di circa 64mila posti di lavoro nelle costruzioni. Considerando anche i settori collegati ad esso, l’aumento raggiungerebbe quasi le 100mila unità”, dice l’Ance.

Se davvero andasse in porto una estensione biennale, i costruttori raddoppiano la stima della ricaduta positiva fino a 42 miliardi di euro e circa 200.000 posti di lavoro creati. “In termini di maggiori entrate per lo Stato si tratta di circa 7,5 miliardi di euro, derivanti per 1,2 miliardi da Iva, 3,6 miliardi da Irpef, Irap e Ires e 2,7 miliardi da contributi previdenziali, assistenziali e Irpef legati all’occupazione aggiuntiva stimolata dal provvedimento”.

Le aspettative delle imprese del settore sono elevate: dopo tre mesi dall’avvio della misura, seppure come detto i decreti attuativi hanno avuto bisogno di tempo per esser firmati, circa il 40% delle imprese dichiara di avere già nel proprio portafoglio ordini interventi legati al Superbonus, grazie ai quali si prevede, per il prossimo anno, una crescita di fatturato di circa il 10%. Sempre dall’indagine, risulta che i meccanismi di cessione del credito e dello sconto in fattura sono i più frequenti per far partire i lavori, in virtù del minor esborso per il contribuente, già fortemente gravato dal difficile contesto legato alla pandemia.

Visto che gli interventi devono portare al miglioramento di due classi energetiche dell’edificio, una stima di massima dell’Associazione indica una possibilità di riduzione dei consumi del 45% per edificio. “È una ipotesi prudenziale perché la riduzione dei consumi potrà essere sicuramente più elevata dal momento che la maggior parte degli edifici residenziali è datata (costruita in epoca antecedente alla prima norma sull’efficienza energetica) e localizzata nelle zone più fredde (il 50% del patrimonio immobiliare si trova nelle zone climatiche E e F). Il miglioramento di due classi energetiche in termini monetari avrà un impatto positivo sulle famiglie: sulla base dei dati Istat sulle spese per consumi energetici, si può stimare un risparmio di circa 600 euro annui a famiglia. Per l’economia in generale, il risparmio complessivo potrà raggiungere i 180 milioni”. Da non sottovalutare anche l’effetto-rivalutazione degli appartamenti: su una abitazione da 60 mq posta in un palazzo di oltre trent’anni, con una spesa complessiva tra i 25 e i 35mila euro (ma a impatto zero per le famiglie vista la cessione del credito), la rivalutazione media dell’immobile si attesta al 15%.

Considerando, infine, che il Superbonus vale anche per gli interventi che mitigano il rischio sismico, l’Ance spinge per la proroga ricordando che dal 1944 al 2013 in Italia i terremoti hanno provocato danni per circa 188 miliardi di euro (2,7 miliardi l’anno). Solo per il terremoto del Centro Italia la protezione civile ha stimato danni per oltre 23 miliardi di euro.

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