AGI – La prospettiva può ingannare. Visto dal basso può sembrare che gli alberi siano ben piantati a terra. E invece una foto dall’alto svela perché, pur controllando tutto il perimetro della cappella cimiteriale, non c’è traccia delle radici e nemmeno di tronco.
Non è neppure un’illusione ottica, gli alberi sono cresciuti sul tetto. Sono lì da anni e anni, considerata l’altezza e a nessuno è venuto in mente che possano essere pericolosi, molto pericolosi.
La denuncia arriva dall’Associazione Incaricati Confraternite Cimiteri di Napoli, che si è presa la briga di fotografare tutti gli angoli più degradati del cimitero storico del capoluogo partenopeo.
E tra i tanti scatti, uno in particolare fornisce anche un dettaglio temporale. Basterebbe infatti calcolare in quanto tempo un seme sicuramente portato dal vento può svilupparsi prima in un’erbaccia, poi in una piantina e alla fine consolidarsi così tanto da sviluppare rami e tronchi fino a tre metri di altezza e oltre.
“Una situazione di incuria selvaggia che caratterizza il cimitero di Poggioreale”, denuncia l’associazione. Alcuni mesi fa, a ottobre, per il maltempo, le infiltrazioni di acqua e sicuramente per l’incuria un parte del cimitero crollò.
Le immagini delle bare tra i detriti o sospese nel vuoto fecero il giro del mondo. C’è un’inchiesta della magistratura, che pare non abbia avuto grandi effetti sulle politiche di manutenzione.
Erbacce, scarti di lavorazioni edili, laterizi, plastiche e rifiuti, cassonetti di fronte agli ingressi delle cappelle: il tutto documentato certosinamente dai membri dell’Associazione in appena 48 ore, tra domenica e lunedì, quando l’afflusso al cimitero espone a “tale scempio”, come lo definisce il presidente dell’Associazione Rosario De Rosa, i visitatori.
“Avevamo delle aspettative dalla nuova amministrazione comunale, purtroppo clamorosamente disattese”, spiega De Rosa. Che aggiunge: “Il Comune come al solito dimostra di voler solo di fare cassa sui cimiteri, ma di contro non offre niente. Acqua, giardinaggio, bagni, trasporti, pulizia e decoro sono ormai un lontano ricordo di tempi che furono. Intanto gli utenti e gli operatori continuano a pagare tasse per servizi che non hanno. E la manutenzione, che dovrebbe essere la grande attenzionata dopo i ripetuti crolli, è lontana anni luce da standard minimi che prevedono, ad esempio, il fatto che non dovrebbero in alcun modo crescere alberi sui tetti. Alberi. Immaginate il rischio per l’incolumità dei visitatori, altro che servizi minimi! Siamo davvero basiti”.