AGI – A decidere il futuro dell’ippodromo di Capannelle saranno i giudici. Lo scorso 7 dicembre il gruppo Hippogroup ha presentato una richiesta di sospensiva per una cartella 5 milioni di euro relativa a presunti canoni richiesti dal comune, e senza la quale la prosecuzione delle attività sarebbe impossibile perché con una irregolarità amministrativa non arriverebbero neppure i contributi ministeriali. Insomma il futuro dell‘ippica romana è nelle mani dei giudici e il tempo stringe.
Il prossimo 31 dicembre, scade l’attuale concessione e rimangono appesi a un filo il futuro di 100 dipendenti. Il comune di Roma, come ha più volte spiegato l’assessore allo Sport e grandi Eventi, Alessandro Onorato, è al lavoro da tempo sulla questione. Prima con l’indizione di una gara europea, ancora in corso, e poi con una manifestazione di interesse per la gestione temporanea dell’impianto per il 2025 che invece è andata deserta. Il tema quindi della gestione “ponte” rimane sul tavolo e l’unico in grado di salvare l’operatività di Capannelle sembra proprio Hippogroup che però attende la decisione dei giudici e anche qualora dovesse essere favorevole, sul tavolo c’è un altro nodo: l’importo dei canoni dell’impianto.
Nell’ultima memoria di Giunta, l’amministrazione chiede di verificare se l’attuale gestore è disponibile a rimanere “alle stesse condizioni economiche”, ovvero con un canone pari a 130 mila euro. Su questo il gestore è pronto a negoziare intanto perché da quest’anno saranno minori i contributi che arriveranno dal Masaf e poi perché nel bando andato deserto il canone era fissato a 40 mila, importo nettamente minore rispetto a quello pagato da Hippogroup. Il tempo stringe e le questioni per salvare l’impianto di Via Appia sono ancora tutte sul tavolo.