AGI – L’ottimismo si scontra con i dati che inchiodano la Sardegna in zona rossa per un’altra settimana, la terza. E sarà l’unica regione italiana a dover convivere ancora con le misure anti-Covid più restrittive, così come a marzo era stata la prima a godere dei vantaggi della zona ‘bianca’.
Sfuma la speranza, manifestata ieri dall’assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu, di passare da lunedì prossimo, 26 aprile, alle minori restrizioni anti-Covid previste dalla fascia arancione, che avrebbero consentito almeno la riapertura di parrucchieri e centri estetici.
L’isola, insomma, si conferma in controtendenza, nel bene e nel male. Era stato così a marzo, quando – celebrata in tutto il mondo – la Sardegna era diventata la prima ‘zona bianca in Italia e fra le pochissime in Europa: tre settimane di relativa libertà, con la possibilità di mangiare in ristorante a pranzo e a cena, fino alle 23, e di restare fuori casa fino alle 23.30. Un appeal irresistibile per i tanti proprietari di seconde case nell’isola autorizzati a rientrarvi anche da regioni all’epoca in zona rossa.
Ma ora la situazione si è ribaltata, anche perché le minori restrizioni sono state interpretate in maniera troppo disinvolta, evidentemente da molti in Sardegna, a giudicare dall’impennata dei contagi. Non hanno certo aiutato le difficoltà della campagna vaccinale, che ha appena ripreso slancio. “La Sardegna sconta le conseguenze della condotta di ciascuno durante la zona bianca: con l’attività di vaccinazione e di screening, speriamo di poter riportare l’isola in zona bianca”, aveva dichiarato il 1 aprile scorso il presidente della Regione, Christian Solinas, interpellato sulle responsabilità del passaggio dell’isola dalla fascia bianca a quella arancione. “Stiamo tutti lavorando perché la Sardegna si liberi dal virus”.
Dal 22 marzo l’isola si è ritrovata in zona arancione, dato che quella gialla era stata cancellata dal decreto anti-Covid con le nuove regole per le festività di Pasqua. Ci è rimasta per due settimane, nelle quali i dati sono ulteriormente peggiorati, ed è passata in zona rossa.
“Le criticità”, ha spiegato ieri l’assessore Nieddu, “sono relative all‘aumento dei focolai e alle loro dimensioni, che ci mantengono con un rischio moderato, non basso. Continuano a essere buoni gli indici di occupazione dei posti letto, che sono sotto la sogna di allarme del 30%”.
Ora l’Rt della Sardegna è sceso sotto 1 questa settimana (0.97), ma pesano i dati della settimana scorsa, quando l’indice di contagio era ben sopra la soglia critica di 1,25. (AGI)