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Sui social dubbi sul green-pass: chi paga i tamponi?

Mag 29, 2021

AGI – Il 1° luglio entrerà in vigore il “green pass” europeo, un certificato che consentirà di viaggiare liberamente in tutta Europa. Sono tre i presupposti per ottenerlo: a conclusione del ciclo delle vaccinazioni (si sta discutendo se renderlo valido sin dalla somministrazione della prima dose, anche senza bisogno di aspettare il richiamo vaccinale), se si ha un certificato che confermi la guarigione dal Covid, o se si dispone di un tampone negativo effettuato nelle 24 ore precedenti.

Con l’adozione del certificato europeo decadono ulteriori restrizioni nei paesi dell’Unione Europea, come la quarantena e l’auto isolamento, a meno che tali misure non siano necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica. Il “green pass” sarà digitale e disponibile sull’app “Io”, già utilizzata per poter usufruire del cashback.

Si tratta di un provvedimento pensato per contenere la diffusione della pandemia, che tuttavia sul web solleva alcuni dubbi, principalmente su due aspetti: il princìpio della libertà di circolazione e il costo del tampone da sostenere per le persone non ancora vaccinate.

#tampone per #GreenPass deve essere gratuito.
Altrimenti si penalizza libertà di chi non ha ricevuto #vaccino #COVIDー19

— Nino Cartabellotta (@Cartabellotta)
May 6, 2021

Con gli algoritmi di intelligenza artificiale di Kpi6* abbiamo analizzato le conversazioni sul web e il sentiment analysis, su questo argomento, per monitorare le opinioni e le relative emozioni all’interno delle discussioni.

Di “green pass” si è parlato tanto e a lungo, trattandosi di un argomento strettamente legato alla libertà degli spostamenti e alle vacanze estive. Tra aprile e maggio ogni volta che se n’è discusso in ambito politico e nelle istituzioni europee, l’audience si è immediatamente attivata producendo picchi di conversazioni, spesso accompagnate da proteste. Su Twitter oltre 20mila post con un tasso di interazione tra gli utenti e i politici, molto alto.

Si sono registrati tre eventi che hanno prodotto la massima concentrazione dell’attenzione: quando la Lega in Parlamento europeo ha votato a favore del provvedimento, quando il Presidente Mario Draghi introducendo le conclusioni del G20 del Turismo ha annunciato il pass verde nazionale, e infine dall’entrata in vigore del decreto sulle riaperture in vigore dal 19 maggio, che disciplina anche le modalità per partecipare ai matrimoni o battesimi, sono se dotati di “green pass” per il Covid-19.

 

Sui social sono soprattutto i sostenitori della Lega i più ostili alle restrizioni; l’analisi semantica, ossia dei contenuti e delle emozioni espresse al loro interno, dell’audience ricollegabile alla Lega, conferma una forte criticità sull’argomento, con particolare riferimento alla necessità del passaporto per poter partecipare a battesimi e matrimoni. E infatti tra i politici italiani sono proprio i leghisti i più attivi producendo quasi il 70% dei contenuti, anche in risposta alle proteste del loro elettorato.

Soprattutto Claudio Borghi, che era contrario al “green pass”, prova comunque a giustificare la linea assunta del suo partito in sede europea, precisando che il passaporto non comporta comunque l’obbligo di vaccinazione. E soprattutto sostenendo che ci sono numerose categorie professionali, ad esempio operatori del turismo e ristoratori, a volerlo.

Certo, siamo i rappresentanti di chi ci ha eletto e il green pass è fortemente voluto anche da molte categorie che ci hanno votato. Fiere, congressi, alberghi, turismo. Abbiamo discusso portando le posizioni del pro e del contro. A volte non si può accontentare tutti.

— Claudio Borghi A. (@borghi_claudio)
April 29, 2021

Il #DigitalGreenCertificate presentato dalla Commissione europea va nella direzione che abbiamo sempre chiesto: il passaporto vaccinale è uno dei primi passi per tornare a viaggiare in sicurezza. Uno strumento fondamentale per rilanciare anche il nostro turismo. pic.twitter.com/c6n00wxdNh

— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani)
March 18, 2021

In generale il passaporto verde viene prevalentemente percepito con ostilità, con livelli di disapprovazione e rabbia molto alti (quasi l’80%) dagli utenti della rete, oltre ad una quota di tristezza per una situazione nella quale siamo comunque ancora costretti a discutere di limitazioni agli spostamenti. Mentre tra i partiti e i loro leaders, con al sola eccezione di Fratelli d’Italia, si è formato un fronte largo e trasversale di approvazione, soprattutto pensando ai benefici per una industry fondamentale per il nostro paese come il turismo.

* Analisti: Gaetano Masi, Marco Mazza, Giuseppe Lo Forte
Giornalista, content editor: Massimo Fellini

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