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Su How to Spend it i nuovi volti della moda e le sfide del made in Italy

Feb 13, 2020

Dal 14 febbraio

È dedicato all’imprenditorialità made in Italy il nuovo numero di How to Spend it in edicola da venerdì 14 febbraio

di Nicoletta Polla Mattiot

13 febbraio 2020


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2′ di lettura

La moda parla italiano e ha meno di trent’anni. È dedicato all’imprenditorialità made in Italy il nuovo numero di How to Spend it in edicola da venerdì 14 febbraio.

A pochi giorni dall’inizio della fashion week milanese, un’inchiesta sulle grandi aziende familiari dove si affacciano le seconde, terze, persino quarte generazioni a raccogliere il dna creativo e manageriale di casa con un surplus di attenzione al digitale e alla sostenibilità.

Si comincia dal gruppo Prada dove Lorenzo Bertelli, primogenito di Miuccia Prada e Patrizio Bertelli, è l’attuale head of marketing & communication con un’attenzione specifica alle start up e alla digitalizzazione della moda. Impegno simile quello di Edoardo Zegna, figlio di Gildo, che si occupa di innovation strategy. Entrambe le figlie di Brunello Cucinelli, Camilla e Carolina, sono entrate in azienda con ruoli diversi, una nell’ufficio stile, l’altra come media relations manager. Così pure Elia Maramotti, brand director di Max&Co e Maria Maramotti, responsabile retail di Max Mara negli Stati Uniti. E ancora una coppia di fratelli, Romeo e Pietro Ruffini, figli del presidente Moncler e fondatori della società Archive e i due gemelli Mariano e Walter de Matteis, figli del ceo di Kiton e fondatori di KNT.

Non solo passaggi generazionali: su How to Spend it, un’intervista speciale a Daniel Lee, lo stilista trentaquattrenne che firma il nuovo corso di Bottega Veneta e che racconta come iniettare i valori tradizionali in un nuovo modo di essere alla moda. Nella sua visione del brand una lavorazione meticolosa e una ricerca precisa si coniugano con un tratto edonistico, una sorta di “estetica della coccola”, qualcosa di diversamente annodato, morbido, dalla leggerezza sartoriale, «con un’aria lussuosa ed empatica», chiarisce.

«Penso che il mio ruolo sia creare un prodotto capace di stabilire un legame emotivo con chi lo possiede. Mi piace la sfida. Perché non fare un tuffo dove l’acqua è più fonda?». Un altro giovane, inserito nella lista dei trenta under 30 più influenti del pianeta per la tecnologia e l’innovazione, è Davide Dattoli: nella sua intervista racconta «l’algoritmo del lusso». «Penso che un traguardo ormai vicino è quello di una personalizzazione uno a uno», spiega.

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