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Stumptown, la recensione del graphic novel che ha ispirato la serie Tv con Cobie Smulders

Apr 11, 2020

Quasi contemporaneamente all’arrivo sul canale Fox italiano dell’adattamento televisivo che vede come protagonista l’attrice Cobie Smulders, ecco che Edizioni BD porta sugli scaffali di tutte le fumetterie e librerie il primo graphic novel dell’omonima serie: Stumptown. Si tratta di un’opera realizzata da Greg Rucka, celebre per aver realizzato la versione moderna di Batwoman e la sottovalutata serie della DC Comics Gotham Central, e Matthew Southworth e prende il titolo di Il Caso della ragazza che si è portata via lo shampoo (ma ha lasciato la Mini): una scelta tanto curiosa e strana, quanto in linea con l’atmosfera che si respira durante la lettura e l’osservazione dei disegni.

Stumptown: un indagine apparentemente semplice, ma che nasconde tante insidie

La storia, infatti, ruota intorno a Dexedrine “Dex” Parios, una investigatrice privata della Stumptown Investigations di Portland la quale fin da subito scopriamo non avere una vita particolarmente fortunata e tranquilla. Nelle prime pagine, infatti, possiamo immediatamente osservare una scena in cui Dex si ritrova a dover fronteggiare due loschi figuri sulle rive del fiume Willamette. Vediamo per un attimo come i due uomini abbiano la meglio, ma veniamo subito trasportati indietro di ventisette ore per comprendere meglio perché la protagonista si trovi in una situazione tanto delicata.

Anche qui notiamo come la fortuna non sia particolarmente presente neanche nel tavolo da gioco, tanto che per saldare un suo enorme debito la proprietaria del casinò le propone un’attività all’apparenza semplice, ma ricca di misteri e pericoli: rintracciare una delle sue nipoti scomparsa senza alcun apparente motivo. Interessata dalla ghiotta offerta economica, Dex si fionda immediatamente sulle tracce della giovane ragazza, ma quella che sembrava una semplice fuga d’amore nasconde in realtà un’intrigata rete di pericoli e interessi che coinvolgono una potente famiglia di affaristi collegata, tra l’altro, all’MS-13 (un’organizzazione transnazionale di bande criminali). In poche parole tutti vogliono la ragazza per propri interessi, ma a sua volta la ragazza sarà incredibilmente sfuggente e Dex dovrà mettere in gioco sia il suo intuito, sia buone dosi di coraggio per metterla in salvo.


La protagonista Dex Parios è il perfetto esempio di investigatrice tormentata da una vita complicata correlata anche dalla presenza costante in casa del fratello Ansel con la Sindrome di Down. Nonostante questa situazione delicata, la detective non smette mai di essere sorridente e ironica anche riguardo alla sua stessa vita. Questo carattere pone la storia su binari inaspettatamente comici che rendono la storia ancora più grottesca e a tratti macabra. La protagonista ha solo due interessi principali: il lavoro e suo fratello. Nel momento in cui svia da questi due interessi o non riesce a bilanciarli, accadono i pasticci.

Greg Rucka è uno degli autori di noir e hard boiled a fumetti più raffinati che si possano trovare nel panorama fumettistico moderno e riesce in maniera quasi chirurgica ad inserire particolari elementi narrativi che donano puntualmente una buona dose di climax sia alla vita della protagonista che alla storia in generale. Sebbene Dex sia l’elemento cardine della storia, in realtà ogni personaggio è considerabile un mini-protagonista grazie alla sapiente caratterizzazione che Rucka compie su ognuno di loro. Il personaggio di Ansel, ad esempio, è quello che colpisce di più perché nonostante compaia in poche tavole, tanto bastano per riconoscere la sua disabilità e il suo incredibile amore verso i videogiochi e la sorella, ma la sua dolcezza è a sua volta il motivo principale per cui la “sorellona” viene apprezzata nonostante il suo carattere difficile e a volte rude.

Un graphic novel dall’anima televisiva

La storia è ricca di interessanti colpi di scena rafforzati da un ritmo che è tanto sostenuto quanto coinvolgente, e a tal proposito una volta iniziata la lettura verrà molto complicato non portarla al termine in una sola volta nonostante la suddivisione in capitoli permetta di farlo. La serie Tv è nata dopo la realizzazione del graphic novel, ma certamente non stupisce la sua trasposizione dato che anche gli stessi colori, dialoghi e inquadrature sembrano realizzati proprio per una versione televisiva (la stessa suddivisione dei capitoli sembra essere lo stacco pubblicitario presente nelle classiche serie Tv mostrate in televisione). In questo si vede la mano del disegnatore Matthew Southwort e dei coloristi Lee Loughridge e Rico Renzi: l’opera non brilla per originalità estetica, ma le illustrazioni si dimostrano incredibilmente adatte a questo tipo di racconto.


I tratti sono marcati e definiti, ma poco dettagliati proprio perché gli elementi principali di ogni scena sono i colori che delineano perfettamente l’evoluzione della storia e si passa da colorazioni fredde e scure per il passato o i momenti più concitati, a colori più caldi e chiari per i momenti più felici e naturali. Proprio grazie ai colori e alla bravura di Southwort c’è anche spazio per alcuni scorci paesaggistici meravigliosi che confermano ancora di più l’idea di una serialità televisiva dell’opera. Tutto ciò è possibile apprezzarlo anche grazie alla perfetta riproduzione offerta dall’edizione italiana di Edizioni BD. Il volumetto di Stumptown, infatti, presenta innanzitutto una copertina semi-gommata che dona una sensazione incredibilmente piacevole al tatto, ma internamente ogni pagina è realizzata con una carta lucida di buona qualità che dona vivacità ai colori anche più cupi. Infine, al termine della storia, c’è anche spazio per una ricca sezione extra con delle storie inedite e delle curiosità intriganti.

In conclusione…

Stumptown è un prodotto di pregevole fattura, forse uno dei migliori mai realizzati da Greg Rucka, come ha anche dichiarato Matt Fraction, sceneggiatore di Occhio di Falco e Sex Criminals. Dopotutto i creatori non sono dei novellini e sono riusciti a confezionare un graphic novel dal forte impatto narrativo ed estetico, nonostante quest’ultimo non spicchi per originalità o innovazione. È, infine, evidente la volontà di realizzarne una serialità televisiva e questa è senza dubbio la chicca più interessante e curiosa dell’intera opera.

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