AGI – Una scuola diventata negli anni esempio di integrazione degli stranieri. Una scuola della periferia di Roma, la ‘Pisacane’ di Tor Pignattara, che si distingue da 15 anni perché fa dei giovanissimi ‘non italiani’ un elemento di ricchezza. E per questo è l’unica scuola scelta dal comune di Roma per partecipare a un ‘viaggio della memoria’ organizzato dal Campidoglio in occasione della ‘Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione’ che si celebrerà il 3 ottobre, data simbolo del naufragio di Lampedusa che 10 anni fa costò la vita a 368 persone.
Diverse manifestazioni nel nome del ricordo e dell’accoglienza sono previste la prossima settimana a Roma e Milano oltre che a Lampedusa, che accoglie 40 studenti delle terze classi della scuola romana accompagnati da 5 insegnanti. La scuola media dell’istituto comprensivo Salacone ha due sedi: Centocelle e Torpignattara e la preside Rosanna Labalestra spiega all’AGI che le classi che partiranno saranno quelle della sede di Torpignattara, quartiere ad alta densita’ di immigrati.
“Il comune di Roma – racconta Labalestra – ha organizzato un ‘viaggio della memoria’ a Lampedusa, il primo in questo senso, e ha ritenuto di coinvolgere solo la nostra scuola”. Perché proprio voi? “Perché il plesso Pisacane di Torpignattara – risponde la preside – vede un’altissima presenza di ragazzi non italiani: almeno il 50% è italiano e l’altro 50% è di non italofoni”. “La nostra scuola – prosegue – nel corso degli anni è diventata esempio positivo di convivenza e di valorizzazione, lavorando su alcuni aspetti come quello della lingua inglese. Due anni fa sono arrivati anche dall’ambasciata francese per vedere la tipologia didattica che usiamo qui per integrare”.
“È previsto – continua la preside – un fitto calendario di incontri, seminari, concerti fino al momento del 3 ottobre quando ci sarà l’evento finale con la presenza a Lampedusa anche di molti ragazzi che arriveranno dall’Europa”. Quale messaggio vuole mandare una scuola come la vostra? “Il messaggio – risponde all’AGI – è che la migrazione è un dato di fatto, non è più acceso adesso né lo era prima, ormai è un dato di fatto. E se è accolto con una scuola che abbia una giusta progettualità può diventare un lancio e una ricchezza”.
E ricorda che “un alunno del Bangladesh l’anno scorso grazie al suo talento nella lingua inglese ha partecipato e ha vinto all’Imun” (Italian model United Nations), la simulazione Onu durante la quale gli studenti si confrontano in lingua inglese con altri studenti provenienti da altre scuole, utilizzando le regole di procedura delle Nazioni Unite e i temi che i veri ambasciatori discutono all’interno del Palazzo di Vetro ogni giorno.
“Ha vinto – prosegue nel suo racconto la preside – ed è un orgoglio considerando che questo ragazzino, che aveva problemi economici, possa dare un contributo positivo per l’Italia stessa. La migrazione – sostiene Labalestra – deve essere vista in quest’ottica”. Ma che cos’hanno di più o di diverso gli insegnanti della scuola Pisacane per riuscire a ottenere questi risultati con i ragazzi non italiani? “Di fondo c’è l’atteggiamento empatico e l’idea che hanno a che fare con dei talenti da valorizzare. La difficoltà della lingua italiana c’è, l’affrontiamo – ammette – ma loro, gli insegnanti ci mettono questo in più: vedono i talenti e sanno come farli sbocciare, questa è la chiave”.
“La Pisacane è una scuola pubblica – rivendica con orgoglio – e ormai da qualche anno tanti docenti chiedono il trasferimento apposta. Questo è il mio quinto anno da preside ma quando sono arrivata ho già trovato questa realtà virtuosa, innescata grazie al territorio, alle associazioni di quartieri e di genitori, che hanno cominciato una 15ina di anni fa. Io quando sono arrivata ho solo messo a sistema ciò che ho trovato. Fondamentale per noi anche il Terzo settore – aggiunge – le onlus, i volontari, tutto questo entra a scuola, dove si fa sport, musica e altro; una scuola che resta aperta fino alle 19”. C’è naturalmente, conclude, la “collaborazione con gli enti locali, con il Comune di Roma, con la Regione Lazio e con il ministero dell’Istruzione”.