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Studente precipitato dall’hotel a Milano: è guerra di perizie tra procura e famiglia

Ott 19, 2016

Gli investigatori tornano nel luogo della morte di Domenico Maurantonio. I pubblici ministeri Giancarla Serafini e Alberto Nobili hanno chiesto al giudice per le indagini preliminari l’apertura dell’incidente probatorio, per chiarire le cause della caduta del 19enne da una finestra del quinto piano dell’hotel Da Vinci a Bruzzano. Il corpo dello studente veneto, che si trovava in gita a Milano con la sua classe del liceo Nievo di Padova, fu rinvenuto nel cortile dell’albergo la mattina del 10 maggio 2015.

Sull’episodio, le ricostruzioni fatte dai tecnici nominati dalla procura e dai legali della famiglia differiscono fortemente. Secondo la squadra di periti scelta dai pubblici ministeri, coordinata dal super-consulente medico Marzio Capra, non ci sarebbero prove sufficienti a sostenere che nel causare la fine di Domenico abbiano avuto un ruolo altre persone. Le possibili cause della morte del giovane sarebbero quindi il suicidio o una caduta accidentale, forse per un malore. Sul pavimento del corridoio del quinto piano dell’hotel furono infatti trovate feci.

Molto diversa la ricostruzione dei periti nominati dal legale dei genitori di Domenico, che hanno depositato in procura migliaia di pagine di relazioni tecniche. “Nel determinare la morte del ragazzo hanno avuto un ruolo anche altre persone – sostiene l’avvocato Eraldo Stefani – Domenico fu tenuto da qualcuno per le gambe e rimase sospeso a testa in giù nel vuoto prima di precipitare”.

Nel corso di un anno e mezzo di indagini, condotte principalmente dalla squadra mobile della polizia di Padova, sono stati sentiti più volte gli studenti che condividevano con Domenico la stanza all’hotel Da Vinci. E anche i ragazzi, della sua classe e di un’altra, che hanno passato con lui le ultime ore prima della morte. Tutti riferiscono di averlo salutato, a una certa ora della notte, e di avere saputo della sua morte solo l’indomani durante la prima colazione. Versioni apparentemente concordanti fra loro, che non convincono però i genitori di Maurantonio. A più riprese, la madre e il padre hanno lanciato un invito agli studenti: “Chi sa qualcosa sugli ultimi attimi di vita di Domenico, parli”. Un appello finora caduto nel vuoto. Sembra che nessuno abbia visto nè sentito nulla.

Di certo, come evidenziato dall’autopsia, Domenico aveva bevuto alcolici. E aveva smesso di farlo poco prima di cadere dalla finestra. Lo prova il fatto che nello stomaco del giovane sia stata trovata una concentrazione di alcol di tre volte superiore rispetto a quella rilevata nel sangue. Una circostanza che, unita al fatto che Domenico fosse quasi astemio, aveva inizialmente portato gli investigatori a immaginare

possibili atti di bullismo. “Lo hanno fatto bere”, era una delle ipotesi d’indagine, mai confermata. Un altro elemento di sospetto è il fatto che Domenico avesse lividi sulle braccia. Ma i consulenti della procura hanno ritenuto quei segni compatibili con la caduta.

In base agli esiti dell’incidente probatorio, i pm decideranno se chiedere archiviazione, più tempo o eventuali rinvii a giudizio. Al momento, l’indagine non ha indagati noti.

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