emergenza covid
Le opzioni principali sono due. O quella di una zona rossa nazionale nei giorni festivi e prefestivi – un lockdown di fatto -, dalla vigilia a Santo Stefano, da San Silvestro a Capodanno, solo con i servizi essenziali aperti. Oppure quella – più probabile – di una sorta di grande zona arancione fino all’Epifania, con i negozi aperti e i ristoranti chiusi. E con il coprifuoco anticipato alle 18 o alle 20
di Andrea Gagliardi

Le opzioni principali sono due. O quella di una zona rossa nazionale nei giorni festivi e prefestivi – un lockdown di fatto -, dalla vigilia a Santo Stefano, da San Silvestro a Capodanno, solo con i servizi essenziali aperti. Oppure quella – più probabile – di una sorta di grande zona arancione fino all’Epifania, con i negozi aperti e i ristoranti chiusi. E con il coprifuoco anticipato alle 18 o alle 20
15 dicembre 2020
3′ di lettura
Che feste natalizie ci aspettano? Bisognerà pazientare ancora uno o due giorni per saperlo. È in “cottura” un altro Dpcm a introdurre una nuova stretta, specie per rendere impossibili gli assembramenti da shopping che si sono visti in tutte le grandi città, cercando di allontanare lo spettro della terza ondata a gennaio. Una decisione arriverà entro martedì sera o mercoledì, con un’interlocuzione in corso con il Comitato tecnico scientifico (Cts), che ha fatto trapelare la necessità di misure più rigorose.
Ipotesi zona rossa nei giorni festivi e prefestivi
Le principali ipotesi in campo sono due. La prima è quella di una zona rossa nazionale nei giorni festivi e prefestivi (con negozi e ristoranti chiusi), dalla vigilia a Santo Stefano, da San Silvestro a Capodanno e a ridosso dell’Epifania, solo con i servizi essenziali aperti. Un lockdown praticamente come a marzo scorso quando si poteva uscire di casa solo per urgenze e necessità e con l’autocertificazione in tasca.
Ipotesi zona arancione fino alla Befana con coprifuoco anticipato
La seconda ipotesi è quella – più probabile – di una sorta di grande zona arancione, con i negozi aperti e i ristoranti chiusi. E con il coprifuoco anticipato alle 18 o più probabilmente alle 20. «Stiamo ragionando sulle due settimane delle vacanze di Natale – dice il ministro della Salute Roberto Speranza -, spero che in tempi brevi si possano prendere ulteriori misure per scongiurare un’ipotetica terza ondata». Il blocco totale è stato il nodo del confronto-scontro, dentro il vertice e tra governo e scienziati. Il «modello Merkel» è quello di una curva in salita, mentre in Italia la curva dell’epidemia scende. Ma come ha spiegato il ministro Francesco Boccia ai colleghi «se facessimo il lockdown anche noi l’obiettivo sarebbe simile, riportare le reti sanitarie in condizioni di reggere se la terza ondata arriva».
Deroga limitata agli spostamenti tra piccoli Comuni
La zona rossa nazionale nei festivi e prefestivi non vede però d’accordo tutti nel governo e nella maggioranza. E poi c’è il nodo ristori: la chiusura di negozi, bar e ristoranti porterebbe i gestori a chiedere un ulteriore sostegno economico. Ma la necessità della stretta, spiegano dal Cts, è legata all’impossibilità da un lato di un controllo capillare del territorio e dall’altro a dati dell’epidemia ancora “preoccupanti”. «Bisogna estendere le misure, altrimenti a gennaio saremo nei guai», dicono gli esperti. Dunque la stretta ci sarà (anche se va definita ancora l’entità) con l’unica deroga forse degli spostamenti tra piccoli Comuni nei giorni più caldi delle feste entro un certo numero di chilometri. Il Pd, nonostante la nuova linea dura che vorrebbe sposare il Governo, ha presentato la sua mozione (non ce ne sarà una unitaria di maggioranza) che li consente per chi vive nei Comuni fino ai 10mila abitanti.
Il confronto con le Regioni
Le Regioni, che spingevano per un allentamento delle maglie, si trovano ora di fronte alla prospettiva di un inasprimento. Il più esplicito è il presidente della Liguria Giovanni Toti, che dice ‘no’ a misure omogenee in tutto il Paese, rivendicando i dati da zona gialla del suo territorio. Oggi ci sarà l’incontro dei capi-delegazione e mercoledì potrebbe esserci il confronto con le Regioni prima del nuovo Dpcm: al momento lo scenario più probabile, come si diceva, è quello di non arrivare a una zona rossa e di estendere la fascia arancione lasciando dunque aperti i negozi ma con bar e ristoranti chiusi e con restrizioni nella mobilità all’interno della Regione.