• 23 Febbraio 2025 9:25

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Stragi della Uno Bianca, a Natale permesso premio per Alberto Savi

Gen 4, 2020

BOLOGNA Alberto Savi, il più giovane dei tre fratelli della banda della Uno Bianca (gli altri sono Roberto e Fabio), che tra il 1987 e l’autunno del 1994 fece 24 morti e oltre 100 feriti, durante le vacanze natalizie ha usufruito di un permesso premio, potendo trascorrere qualche giorno a casa con i familiari. L’ex poliziotto killer, che sta scontando l’ergastolo, è già rientrato nel carcere di Padova, come ha confermato la sua legale, avvocata Anna Maria Marin. Una notizia che arriva nel giorno in cui, oggi, 4 gennaio, a Bologna si ricorda la strage del Pilastro del 1991 e il sacrificio dei carabinieri Mitilini, Stefanini e Moneta.

“La nostra è una battaglia contro i mulini a vento, più diciamo che non riusciremo mai a perdonare i killer della Uno Bianca e più li fanno uscire”, commenta “amareggiata, ma non meravigliata Rosanna Zecchi, presidente dell’associazione dei famigliari delle vittime della Uno BIanca. “Sono convinta che non sono pentiti, alcuni feriti ancora mi chiamano per dirmi che hanno paura di poterli incontrare in strada. La nostra non è una battaglia personale, ma in difesa della società civile”. “Capisco che chi ha rubato un pezzo di pane possa usufruire di permessi per uscire o di altri benefici in carcere – ha aggiunto Zecchi -, ma per gli assassini non dovrebbe essere così, questo non è possibile. Già è uscito Marino Occhipinti, che è definitivamente libero, ora prima o poi lo faranno tutti. Ma la giustizia dov’è?”.

Permesso negato al fratello Fabio

Non è la prima che Alberto Savi usufruisce di un beneficio, era già successo nell’aprile del 2018, quando aveva ottenuto tre giorni e mezzo di permesso per le feste, con la possibilità di uscire a pranzo il giorno di Pasqua, e ancor prima nel 2017, quando gli erano state concesse 12 ore da trascorrere in una comunità protetta. “Sta continuando in maniera regolare i permessi premio – ha spiegato l’avvocata Marin – e il suo comportamento viene valutato costantemente. In carcere prosegue a lavorare con una cooperativa”. Ogni volta, però, si sono levate le polemiche dei familiari delle vittime, contrari a qualsiasi tipo di beneficio per i membri della banda, che proprio domani si vedranno a Bologna per la cerimonia commemorativa del 29/o anniversario dell’eccidio del Pilastro, quartiere dove vennero uccisi tre carabinieri.

Circa un mese fa, invece, il magistrato di sorveglianza ha rigettato la richiesta di Fabio Savi, detenuto nel carcere milanese di Bollate, di poter lavorare all’interno dell’istituto penitenziario. “Sta già facendo dei corsi in carcere – ha spiegato l’avvocata che lo assiste, Fortunata Coppelli -, ma nonostante le relazioni sul suo conto siano positive la richiesta di lavoro è stata respinta”.

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