AGI – I giudici della prima sezione penale della Corte di Cassazione hanno confermato l’ergastolo per l’ex Nar Gilberto Cavallini, già condannato all’ergastolo in primo e secondo grado, per la strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, in cui morirono 85 persone e oltre 200 rimasero ferite. Hanno rigettato il ricorso della difesa di Cavallini, presentato dagli avvocati Gabriele Bordoni e Alessandro Pellegrini. Cavallini, 72 anni, era in regime di semilibertà a Terni. Sono presenti diversi familiari delle vittime e Federica Mazzoni, presidente del Quartiere Navile, in rappresentanza del sindaco di Bologna.
Cavallini era accusato, in particolare, di aver fornito un alloggio a Francesca Mambro, Giuseppe Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini, nella fase immediatamente precedente alla strage; aver falsificato il documento intestato a Flavio Caggiula, consegnato da Ciavardini a Fioravanti; e aver messo a disposizione un’auto per raggiungere il luogo della strage. L’ex Nar sta già scontando diversi ergastoli per banda armata e per gli omicidi commessi tra il 1979 e il 1981, tra cui quello del giudice Mario Amato che uccise con un colpo alla nuca mentre era di spalle, per poi fuggire con una motocicletta guidata dall’ex Nar Luigi Ciavardini, condannato a sua volta per la strage alla stazione di Bologna.
Secondo le sentenze che si sono succedute finora, a mettere la bomba alla stazione di Bologna il 2 agosto 1980 furono, oltre a Cavallini e Ciavardini, i terroristi neofascisti Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Paolo Bellini, mentre sono stati identificati nei mandanti sia la loggia massonica P2 di Licio Gelli che i servizi segreti deviati. Nel processo, la Presidenza del consiglio, i ministeri degli Interni e delle Infrastrutture e il Comune di Bologna si sono costituiti parte civile, oltre ai parenti delle vittime.