• 24 Settembre 2024 22:36

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Strage del bus ungherese, determinanti i due adulti vivi: ricoverati ma non identificati

Gen 23, 2017

VERONA – Si chiamano Zoltan Kalmar e Janos Varga, entrambi di Budapest. Autisti. Dipendenti dell’azienda di oleggio ‘Pizolit Bus srl’. Alle loro sorti – ancora indefinite – è appeso il filo lungo il quale si dipana l’indagine sulla strage della A4: l’autobus ungherese uscito di strada e bruciato con a bordo 54 persone (16 vittime, 26 feriti, 12 illesi) dopo lo schianto contro un pilone.

La domanda che direttamente o indirettamente riguarda i due guidatori che si alternavano forse ogni tre ore al volante del pullman che si è trasformato in una trappola di fuoco è: sono loro, Kalmar e Barga, i due adulti ricoverati all’ospedale di Borgo Trento con gravi ustioni che rendono i corpi, al momento, non ancora identificabili? E’ il tarlo che in queste ore cruciali si è fissato nella mente degli investigatori, del pm Nicola Scalabrini e del procuratore aggiunto Angela Barbaglio. La prudenza è massima, e i motivi sono evidenti. Perché se i corpi dei feriti fossero attribuibili ai due autisti ungheresi, o ci fosse almeno una corrispondenza con uno dei due, nel mosaico da comporre per accertare le eventuali responsabilità della strage i magistrati della Procura di Verona potrebbero iniziare a collocare qualche tassello: inserendo il primo o i primi nomi nel fascicolo aperto per omicidio colposo plurimo. Determinanti sono ovviamente le condizioni di salute dei due ricoverati : entrambi irriconoscibili soprattutto sulla parte destra del corpo. Che i pazienti siano entrambi ancora in vita è un fatto. Che potrebbe diventare elemento chiave nell’inchiesta. E’ chiaro: se i feriti fossero loro, scatterebbe quasi in automatico l’iscrizione nel registro degli indagati. Diversamente, si andrebbe al buio.

La Procura – che al momento nega l’esistenza di nomi nel registro degli indagati – ha acquisito tutti i documenti necessari ad approfondire. In primis il piano di viaggio del pullman da Budapest a Saint Vincent, e ritorno. Li sono indicate le tratte, e anche i turni seguiti alla guida da Kalmar e Varga. Fonti diplomatiche ungheresi – che indicano i nomi dei due autisti – ieri hanno atteso che venissero ultimate le autopsie sui corpi delle 16 vittime, per la maggior parte studenti di età compresa tra 14 e 18 anni. Cosa che è avvenuta nel tardo pomeriggio. La Medicina legale di Verona è stata tempestiva, ma per identificare le vittime, in quasi tutti i casi, è necessario attendere l’esame del DNA e la comparazione tra i profili dei defunti e quelli dei familiari. Un lavoro coordinato, dal punto di vista organizzativo, dalla Polizia stradale diretta da Girolamo Lacquaniti.

Ieri, nel giorno dell’arrivo di un volo di Stato che riporterà a Budapest i sopravvissuti e alcuni feriti, la console generale d’Ungheria Judit Timaffy ha confermato che Laura e Balazs – i figli del professore di ginnastica Gyorgy Vigh che si è gettato tra le fiamme per tirare fuori dal pullman altre vite – sono morti. Dentro la carcassa incandescente dell’autobus.Interrogato dagli inquirenti, Vigh, ancora ricoverato, ieri ha accusato dei vuoti di memoria. Quantomeno sulla dinamica dell’incidente. Intanto sulla strage di venerdì monta la polemica : “Poteva essere evitata – denuncia Alberto Pallotti, presidente dell Associazione nazionale famigliari vittime della strada -. Se al posto del guard rail sfondato dal pullman ci fosse stata una barriera adatta a proteggere i veicoli in caso di sbandamento in prossimità di piloni e cavalcavia – modifica che che chiediamo da tempo – questa tragedia sarebbe stata evitata e non saremmo qui a piangere 16 ragazzi “.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close