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Storia di un garage e su cosa racconta di noi

Mar 20, 2023

Breve premessa: non troverete molto sulle motociclette in quello che state per leggere, a parte alcune considerazioni personali a riguardo. Al primo sole caldo di fine inverno me ne stavo appoggiato al portone spalancato, guardando dentro al nuovo garage delle moto ormai quasi finito.

Un covo da maschio, un gioiellino di chincaglierie kustom, un lavoro fatto durante le settimane d’inverno insieme a mio suocero. Devo dire che abbiamo lavorato bene insieme. Io e lui ci siamo equamente divisi i compiti: lui ci ha messo il tempo, l’impegno, la competenza e l’estro nell’eseguire tutti i lavori, io i consigli non richiesti e alcuni rari interventi maldestri. Ma se da parte mia è mancato il contributo pratico, ciò che non è mancato sono state le spese: tante, tutte superflue, dedicate a dare un nuovo rifugio alle mie moto, costose e quasi sempre ferme. Sia chiaro, non sono uno di quei ricchi per cui fare una cosa del genere ha lo stesso peso di offrire una birra all’amico. Sono soldi tolti ad altre cose che avrei dovuto e potuto fare, eppure li ho spesi senza farmi neanche una domanda, senza uno scrupolo o una qualunque forma di valutazione preventiva.

Stavo lì appoggiato, guardando dentro al garage chiedendomi perché. Perché a un certo punto mi sono innamorato delle moto e dei custom? Si ok la libertà, Easy Rider, andare in giro senza fretta, tutte cose stra-dette e tutte cose vere ci mancherebbe… ma non basta. Ci deve essere qualcosa di più profondo sotto la superficie, qualcosa che unisce tutti i punti. Lasciamo perdere la ribellione, quella è roba da ragazzi. Ormai il gesto più radicale che faccio è non pagare il parcheggio quando metto la macchina nei blu. Eppure quelle moto, quel garage e quello sforzo per mantenere vivo tutto questo rappresentano qualcosa di come sono stato, di come sono e di come voglio continuare ad essere fino alla fine. Sono circondato da gente che vive la propria vita come fosse una gara, impegnando il proprio tempo e le proprie risorse per scalare le tante classifiche che misurano il successo, gli obiettivi raggiunti, il miglioramento della propria produttività, le cose possedute che certificano benessere e status, le esperienze esclusive vissute.

Ogni azione è investimento, ogni investimento è valutato in base al suo ritorno. Ecco, io provo miseria per chi riduce la vita a puro esercizio di contabilità dei propri successi. Io sto bene ad impegnare le mie risorse in attività improduttive, irrazionali, sghembe ma che mi danno ancora un gusto semplice e primitivo di vivere, quello stesso gusto che a vent’anni ti travolgeva i sensi. A me delle classifiche e di dove sarò posizionato quando arriverò al traguardo non interessa, per me al traguardo si arriva in un modo solo: tutti insieme. Alla mia età faccio appello al diritto di invecchiare, di non dover sapere tutto ciò che succede e di non dover adeguarmi a tutti i cambiamenti.

La vita è un percorso inarrestabile in cui tutto cambia sempre, ma voglio poterlo fare secondo i miei principi e i miei valori, che non sono quelli del successo e della vittoria, ma sono quelli delle persone che vengono prima di tutto, dell’amicizia e dell’amore. Le moto e il garage sono un’espressione di questo mio modo di essere, che mi fanno stare lì in disparte a guardarvi mentre vi azzuffate per arrivare primi in una gara che vi sta rubando la vita e mentre voi correte io mi giro, prendo una delle mie moto e me ne vado da un’altra parte insieme a qualcuna delle persone che ho la fortuna di avere vicino. Quelli come me forse per voi sono perdenti, ma ho capito anni fa che non bisogna partecipare alle gare truccate.

Le moto stanno lì e mi ricordano che se vuoi stare bene, se vuoi vivere, devi innamorarti delle persone e delle passioni, ma non basta solo averle, bisogna coltivarle nel tempo e spenderci anche quando sembra che non abbia senso. Perchè è a te e solo a te che le passioni restituiscono la gioia di vivere che poi potrai condividere. Sono le persone e le cose che ami che ti rendono una persona migliore. A tutto questo stavo pensando appoggiato al portone del garage, quando mi è passato accanto mio suocero dicendo: “Pensi che il silicone intorno al box dei caschi si metta da solo?“, mentre andava a fare il lavoro che andava fatto.

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