• 28 Ottobre 2024 14:15

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Stop motori termici: il Regno Unito fa dietrofront

Set 22, 2023

Un argomento caldo, di cui abbiamo parlato in parecchie occasioni: lo stop ai motori termici in Europa, deciso dall’UE a partire dal 2035.

Una data che a molti ancora sta stretta, che parecchi vogliono rimandare ritenendo che i tempi non saranno ancora abbastanza maturi, e che per alcuni Paesi invece dovrebbe addirittura essere anticipata. Tra questi c’è – anzi, meglio dire c’era – il Regno Unito, che aveva deciso di interrompere la vendita di auto a benzina e diesel già dal 2030. Ma oggi cambia tutto.

Secondo le informazioni che sono state diffuse infatti dalla BBC, e che in seguito sono state ufficialmente confermate, l’UK ci ripensa. Il Governo di Rishi Sunak ha deciso di rinviare tutto al 2035, come l’UE “comanda”.

I dubbi

Cos’è successo? Come è accaduto – e accade ancora – in differenti Paesi, come nel Regno Unito, si sono scatenati dubbi e incertezze riguardo lo stop alla vendita di auto termiche, sia da parte dei consumatori che da parte degli operatori del settore.

Il Governo britannico quindi, per il momento, fa retrofront e cerca intanto di concentrarsi su altri impegni, precedenti, sul clima, che mirano al raggiungimento delle zero emissioni entro il 2050. I parlamentari conservatori di destra infatti, in vista delle elezioni del 2024, fanno pressioni al premier.

L’annuncio delle scorse ore di Rishi Sunak è uno ed è ben chiaro: il divieto di vendere auto nuove a benzina o diesel verrà rinviato di cinque anni, dal 2030 al 2035. E non è tutto, anche altri impegni green debbono essere rimandati, il premier ha infatti deciso di rinviare anche l’obbligo di sostituire le caldaie a gas con pompe di calore. I costi sarebbero troppo altri da sostenere per le famiglie britanniche, perciò è necessario attendere tempi migliori.

Tante le regole che l’UK voleva mettere in atto già nei prossimi anni, ma che ora devono necessariamente essere rinviate. Tra queste ci sono per esempio l’obbligo di fare lavori di isolamento termico, le tasse sui biglietti aerei per cercare di scoraggiare la gente dal viaggiare perennemente volando (e inquinando), regole più dure sulla raccolta differenziata di rifiuti, le tasse sulla carne per ridurne i consumi e aumentare quelli di frutta e verdure, più green.

Le decisioni del premier proteggono i cittadini

Secondo quanto dichiarato dal premier britannico Rishi Sunak: “Serve un approccio diverso che sia pragmatico, proporzionato e realistico, per proteggere famiglie britanniche da costi inaccettabili”.

La data del 2050 per raggiungere le emissioni zero rimane, ma secondo Sunak tutto deve essere fatto nel miglior modo possibile e più giusto per i cittadini. Resta anche l’obiettivo di ridurre le emissioni del 68% entro il 2030.

In UK è stato possibile rimandare le decisioni “green” perché il Paese – negli ultimi anni – ha dimostrato il suo impegno sostenibile riducendo le emissioni nocive del 48%, più della Germania (-41%) e della Francia (-23%).

E Sunak infatti ci tiene a sottolineare che: “Grazie ai progressi fatti, raggiungere i nostri obiettivi per il 2030 e il 2035 non deve avvenire a spese dei cittadini britannici che continuano a gestire l’aumento del costo della vita, soprattutto dato che la quota britannica delle emissioni globali è meno dell’1%”.

La scelta di rimandare il divieto di vendere auto a benzina o diesel “è in linea con le regole in Francia e in Germania”.

C’è anche chi ha pensato che le decisioni e i discorsi fatti da Sunak nelle scorse ore siano stati solo una “mossa elettorale”, in vista del voto che avverrà il prossimo anno.

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