Le vetture endotermiche non verranno più prodotte in Europa a partire dal 2035, ora è ufficiale. Come era stato anticipato tempo fa infatti, l’Unione Europea ha preso una decisione importante: tra poco più di dieci anni tutti i veicoli a benzina e diesel saranno banditi dal territorio.
E la notizia arriva solo alcuni giorni dopo che pareva essere stata presa tutt’altra decisione. Dopo aver assistito alle ultime dichiarazioni di Carlos Tavares, CEO di Stellantis, che sostiene che le nuove normative Euro 7 siano troppo stringenti per le realtà che operano nel nostro continente, l’Europa sembrava decisa a fare retrofront, come abbiamo visto proprio lunedì. Erano solo indiscrezioni raccolte dal sito Politico.eu, è vero, ma oggi sono state smentite.
Raggiunto l’accordo
Le varie componenti dell’Unione Europea hanno preso la decisione tanto attesa sul bando dei veicoli a combustione interna per il 2035. I negoziatori degli Stati membri, del Parlamento e della Commissione hanno raggiunto l’accordo che prevede che le Case automobilistiche debbano ridurre del 100% le emissioni di CO2 entro la metà del prossimo decennio.
Per diventare ufficiale, l’accordo deve essere adottato formalmente dal Consiglio e dal Parlamento europei. Al momento quindi possiamo ancora considerarlo provvisorio, anche se il passaggio è ormai scontato.
La nuova intesa
Il nuovo obiettivo prevede la riduzione delle emissioni di CO2 del 55% per le auto nuove e del 50% per i furgoni entro il 2030 (rispetto al 2021) e un taglio del 100% per entrambe le tipologie di veicoli entro il 2035. Che cosa si dice anche a proposito dei carburanti alternativi? Il Trilogo dichiara: “Previa consultazione con le parti interessate, la Commissione presenterà una proposta per la registrazione dei veicoli che funzionano esclusivamente con carburanti neutrali in termini di CO2 dopo il 2035 in conformità con il diritto dell’UE, al di fuori del campo di applicazione delle norme sulle flotte e nel rispetto dell’obiettivo di neutralità climatica”.
La clausola di revisione
C’è da dire che il percorso da fare entro il 2035 prevede anche quella che possiamo definire “una tappa intermedia”. Nel 2026 la Commissione Europea farà una valutazione di quello che si sta attuando verso il raggiungimento degli obiettivi e prenderà le decisioni a riguardo. Non dimentichiamo poi le deroghe salva-Motor Valley, quelle che abbiamo già visto alcuni mesi fa, che sono volte a salvaguardare i produttori di nicchia come Maserati e Ferrari fino al 2035.
Non è tutto, perché la Commissione Europea è chiamata a pensare a una metodologia comune a tutti i Paesi UE entro il 2025, per fare una valutazione del ciclo di vita delle emissioni di CO2 di auto e furgoni immessi sul mercato.
La parola delle Case automobilistiche e dell’ACEA
L’Associazione Europea dei Costruttori sostiene che i politici europei debbano assolutamente velocizzare le iniziative per “implementare le condizioni abilitanti per una mobilità a emissioni zero”. Secondo il presidente Oliver Zipse si tratta infatti di una decisione “di vasta portata e senza precedenti, che rende l’UE la prima e unica regione al mondo a diventare completamente elettrica”. Secondo lui: “Non bisogna commettere errori, l’industria automobilistica europea è all’altezza della sfida di fornire auto e furgoni a emissioni zero, ma ora vogliano vedere le condizioni quadro essenziali per raggiungere questo obiettivo riflesse nelle politiche dell’UE”. Ovviamente servono “abbondanza di energia rinnovabile, una rete infrastrutturale di ricarica privata e pubblica capillare e accesso alle materie prime”.